La CGIL Brindisi scende in piazza "al fianco dei più fragili", contro la chiusura del Cracking
domenica 30 marzo 2025

Brindisi, la Cgil in piazza contro la chiusura del cracking di Eni Versalis

La Cgil di Brindisi ha annunciato una grande mobilitazione per il prossimo 31 marzo, in risposta alla decisione di Eni Versalis di chiudere l’impianto di cracking nella città. Il sindacato, insieme alle categorie del Coordinamento Industria (Filctem, Fiom, Filt, Fillea, Filcams, Flai), si schiera a difesa dei lavoratori coinvolti, sia quelli diretti che dell’indotto.

 

"Questa battaglia è per chi rischia di pagare il prezzo più alto di una transizione industriale gestita senza un piano chiaro", dichiara Massimo Di Cesare, segretario generale della Cgil di Brindisi.

 "Non possiamo accettare che centinaia di famiglie vengano lasciate senza certezze. Servono soluzioni concrete e un impegno chiaro per il futuro dell’industria in questa città".

Lo sciopero sarà accompagnato da una manifestazione che partirà alle 8 dal piazzale della Stazione e proseguirà con un presidio alle 10 davanti alla Prefettura.

La decisione della chiusura, spiegano i sindacati, ha generato un’ondata di preoccupazione tra i dipendenti e le imprese collegate al settore petrolchimico. L’impianto brindisino, considerato tra i più efficienti d’Italia, rischia di essere smantellato senza un adeguato piano di salvaguardia occupazionale e industriale.

 

La Cgil chiede garanzie concrete per i lavoratori e la tutela della continuità produttiva. Tra le principali richieste avanzate ci sono:

La salvaguardia del sito produttivo e il mantenimento dell’attività industriale;

Certezze occupazionali per i 1.600 lavoratori dell’indotto;

La garanzia della continuità dei contratti e del reddito per chi rischia di perdere il posto di lavoro;

Un impegno da parte delle istituzioni locali e nazionali per un piano di riconversione sostenibile che tuteli il territorio.

Al termine della mobilitazione, la Cgil presenterà al prefetto un documento con le proprie istanze, auspicando un intervento concreto da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e di Eni. La protesta ha già ottenuto il sostegno di altre sigle sindacali, tra cui Cobas, Confial Settore Trasporti, Fismic Confsal e Failm Servizi Terziario.

 

La mobilitazione del 31 marzo si preannuncia dunque come un momento decisivo nella vertenza, con i lavoratori pronti a far sentire la propria voce per difendere il diritto a un’occupazione stabile e dignitosa.

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