La FIALS lancia un grido d'allarme riguardo la crescente carenza di personale sanitario e le gravi conseguenze che essa sta avendo non solo sul benessere degli operatori, ma anche sulla qualità dell'assistenza fornita ai cittadini. Secondo un recente rapporto del Sistema regionale di gestione integrata della sicurezza sul lavoro, la Puglia soffre di una mancanza strutturale di almeno 963 medici, 738 infermieri e complessivamente 3.205 dipendenti. Numeri che stanno mettendo in ginocchio il sistema sanitario regionale e che espone medici e infermieri a turni massacranti e stress continuo.
Gli operatori sanitari sono stremati e sottoposti ad un carico di lavoro eccessivo - spiega il segretario Generale della FIALS Pino Carbone -. Non è più possibile mettere sotto pressione i lavoratori. È necessario investire in lavoro stabile per dare risposte ai cittadini, rimarca sottolineando come le ore di lavoro extra non siano retribuite con forti maggiorazioni e vadano infatti deserte, oltre che non rappresentare una soluzione sostenibile a lungo termine.
E’ ciò che abbiamo denunciato ieri all’Assessore della Regione Puglia e alla Procura della Repubblica, continua il Segretario, in una serie di missive volte a denunciare il precario organico in cui versano alcune unità operative dell’Asl di Brindisi.
Nello specifico, al Perrino di Brindisi, esiste un problema urgente relativamente alla carenza di personale e allo stress lavorativo cui sono sottoposti gli operatori sanitari dell'Unità Operativa Complessa (UOC) MECAU e dell'UOC di Medicina. Rispetto al primo reparto, nonostante la pianta organica preveda 60 infermieri, attualmente vi è una grave carenza di personale dovuta a numerose assenze per ferie, malattie, infortuni, e benefici della legge 104. Questa situazione sta causando enormi difficoltà nella copertura dei turni, nonostante il ricorso a prestazioni straordinarie e aggiuntive. Inoltre, l’aumento degli accessi al Pronto Soccorso, aggravato dalla gestione di pazienti pediatrici e dalla recente chiusura dell’unità di Chirurgia plastica, sta mettendo a dura prova il personale. La situazione è altrettanto critica nel reparto di Medicina, dove su 36 infermieri previsti in organico, molti non possono garantire la turnazione completa a causa di malattie prolungate, maternità e benefici della legge 104. La situazione è ulteriormente aggravata dalla carenza di personale di supporto OSS, soprattutto durante i turni notturni con un’ala su tre, l’ala C, fortemente dislocata rispetto alle altre, in cui un solo infermiere ha la presa in carico e gestione di 9 pazienti.
Il sindacato ritiene infatti che, per tutelare qualità e diritti, occorre garantire la completa sostituzione del personale cessato e la stabilizzazione di coloro che hanno i requisiti e provvedere ad una revisione dei numeri degli organici.
“Questa situazione – afferma Carbone - sta avendo un impatto devastante sulla qualità dell’assistenza sanitaria offerta ai pazienti, con un aumento del rischio di eventi avversi e una riduzione della sicurezza nelle cure. L'attuale carenza di personale rappresenta un apparente risparmio economico che, nel medio-lungo termine, comporterà costi aggiuntivi significativi per il sistema sanitario, sia in termini di prolungamento delle degenze, sia di trattamenti aggiuntivi necessari.
La FIALS chiede con urgenza l’integrazione del personale carente presso l’UOC MECAU e l’UOC di Medicina del P.O. "A. Perrino" di Brindisi, per scongiurare gravi conseguenze sia per la salute del personale, sia per la sicurezza dei pazienti. Non possiamo accettare che la salute dei cittadini sia messa a rischio dalla mancanza di personale e dalle condizioni di lavoro precarie, continui salti di riposo ed un continuo aumento di richiesta da parte dell'azienda di ore di straordinario, rimarca. Sollecitiamo un riscontro immediato da parte delle autorità competenti nei termini previsti dalla legge”.