Finito il Festival di San Remo (tra i giovani hanno vinto i Sonhora con “l’Amore”, e, tra i campionissimi, Giò di Tonno e Lola Ponce con “Colpo di Fulmine”. Premio della critica alla Berté (Musica e parole nel 2008, già Ultimo Segreto nel 1988 cantata da Ornella Ventura). Complessivamente festival triste, non è riuscito a convincere il pubblico.
Con tre mesi di ritardo, finalmente, l’associazione A Sinistra di Mesagne e dintorni è riuscita a dare corpo ad un incontro della Sinistra. A dicembre non si sapeva ancora come si sarebe chiamata, gli eventi hanno imposto una accelerazione facendo nascere “La Sinistra. L’Arcobaleno”. Una cosa più grande di una lista elettorale, una cosa più piccola di un partito politico.
Non potevo mancare l’appuntamento, per la verità molto poco pubblicizzato, soprattutto per salutare due persone delle quali ho grande stima e che incontro con grande piacere: Alba Sasso e Franco Napoletano.
Il Parterre era composto da Pietro Folena (Indipendente del PRC), Alba Sasso (Sd), Mimmo Lomelo (Verdi), Franco Napoletano (PdCI). Speravo, ascoltandoli, che riuscissero a convincermi che “la Sinistra l’Arcobaleno” fosse una cosa per la quale valesse la pena impegnarsi.
Il pubblico, i toni, volti tristi e rassegnati, età media il mezzo secolo. Gli interventi troppo spesso incentrati sul PD e una “sindrome da sedotti e abbandonati” che si palpava nell’aria. Interventi pregevoli alcuni, nell’analisi e nel tono, comizi insulsi altri, costruiti con la logica del “dirigente che detta la linea” altri. In particolare mi ha prodotto una netta sensazione di rigetto l’intervento di Pietro Folena, quarantacinque minuti di parole che non hanno lasciato alcuna traccia, solo la perturbazione sonora che ha colpito i timpani e corrispondenti perturbazioni che hanno colpito altri organi altrettanto sensibili.
Poi appelli e chiamate alla pugna, con un pronome che è risuonato molto in sala, anche da parte di altri interventi più “locali”. Il pronome “NOI”. Noi è un pronome importante, non si può essere NOI nella semina e IO nel raccolto. La Sinistra rischia di essere cancellata dal panorama politico italiano, si è detto, accusando le altre forze politiche di perseguire questo disegno.
Singolare ragionamento: sembra quasi che le altre forze politiche debbano garantire la presenza della Sinistra nella politica italiana.
Come se, un giorno purtroppo lontano, fosse in pericolo l’esitenza politica di Berlusconi o di Veltroni, io dovessi pormi il problema di assicurarne la continuità. Io non lo farei affatto, anzi cercherei di accelerarne il processo di disintegrazione, e così fanno loro nei nostri confronti. È la lotta politica baby, il consociativismo che garantiva la poltrona ai culi di pietra, finalmente, sta per finire.
Se questa sinistra è incapace di essere al passo (la sinistra o è innovatrice oppure non è) è meglio che si estingua. Magari ne nasce una nuova, più allegra e soprattutto più capace di essere NOI in ogni stagione. Il mio rammarico è in un speranza tradita che oggi compie gli anni e potete leggere qui:
http://www.diario_di_bordo.ilcannocchiale.it/?YY=2007&mm=3&dd=2
Pino De Luca (pino_de_luca@virgilio.it)