Brindisi,lì 27 febbraio 2008. Non credo si possa più rinviare la decisione! Bisogna tener fede a quanto più volte dichiarato alleggerendo i nostri concittadini dal peso dell’ ICI sulla prima casa, dal peso economico di un’imposta profondamente ingiusta, perché va a colpire la casa in cui si abita, un bene che in sé non produce alcun reddito. Negli anni scorsi molti hanno fatto a gara nel predicarne l’abolizione salvo poi, al momento opportuno, quando si doveva e si poteva farlo, trovare strumentalmente le giustificazioni per non farlo.
Lo scorso anno, avendo verificato in concreto l’indisponibilità della maggioranza ad eliminarla, proposi la riduzione al 4 per mille cercando anche di collegarla, purtroppo in quest’ultimo caso senza successo, ad un sistema di tutele e correttivi per venire incontro a quelle situazioni di disagio e di bisogno che la nostra regolamentazione comunale, spesso distante dai problemi della gente, non coglie perchè carente sotto il profilo delle esenzioni e detrazioni che altrove sono state da tempo realizzate.
Chiedevo di aggiungere alla normale detrazione di 103,29 euro, una ulteriore consistente detrazione di 103,29 euro a favore di quelle famiglie in cui vi era un portatore di handicap, ai pensionati a basso reddito, ai nuclei familiari con invalidi, alle giovani coppie, alle famiglie con minori in affido, alle ragazze madri, alle famiglie numerose, ai disoccupati, non ignorando infine quei cittadini di età superiore agli ottanta anni per i quali ritenevo e ritengo opportuna l’esenzione totale.
Suggerivo in sostanza quanto avevano già fatto l’Amministrazione Comunale di Bari e molte altre città pugliesi esentando di fatto dal pagamento di questa imposta le famiglie bisognose.
Non era, come confermato anche da autorevoli dichiarazioni provenienti dal palazzo, un tentativo di destabilizzare le casse comunali, “si poteva e si doveva farlo attraverso un attento riequilibrio delle risorse senza scombussolare lo stato sociale e togliere assistenza ai bisognosi”.
In queste ore si sta approntando il bilancio del 2008, senza coinvolgere la competente commissione comunale nella valutazione preventiva dei criteri per la sua impostazione, come ho inutilmente chiesto e così come vuole lo statuto del nostro comune che abbiamo tutti votato. ( art. 121).
Avrei voluto in quella sede rammentare alla maggioranza questa necessità e proporre, in via preventiva, una articolazione della programmazione che tenesse conto della non più rinviabile esigenza di abolire l’ICI sulla prima casa o quantomeno esentarne la maggior parte delle famiglie brindisine.
Così non è stato e non mi rimane altro che affidarmi a questa lettera consapevole che questo sia il momento giusto perchè agevolato dalla finanziaria 2008 che ha provveduto, con un impegno economico a carico dello stato, ad una riduzione dell’1,33 per mille, ma anche dai maggiori introiti di ICI rivenienti dalla seconda rata di quest’anno.
Purtroppo l’esperienza mi induce ad essere pessimista perché ho avuto modo di verificare che, per questa maggioranza, passare dalle parole ai fatti è un esercizio troppo doloroso, spesso impossibile, perché alle dichiarazioni coraggiose non sono mai seguite scelte altrettante coraggiose.
Spero che in questa circostanza possiate smentirmi e dimostrare che oltre alle promesse, alle dichiarazioni di intenti, ci siano i fatti concreti. Non servono a nulla piccoli contentini di tipo elettorale che non risolvono il problema. Le situazioni di disagio sono tante e così gravi che richiedono un intervento radicale.
Da parte mia, la ritengo una questione di giustizia sociale per cui, con l’aiuto di coloro che hanno a cuore l’interesse dei cittadini brindisini, mi attiverò per cercare di eliminare questo balzello che grava in modo insopportabile, sul portafoglio ormai misero di gran parte dei nostri concittadini.
Vincenzo Albano Consigliere Comunale Partito Democratico