È arrivata la sentenza di secondo grado nel processo che vedeva imputato un istruttore di equitazione di 67 anni, originario del Brindisino, accusato di aver compiuto abusi sessuali su due minorenni: una sua pronipote e un’allieva del maneggio, all’epoca dei fatti tredicenne.
La Corte d’Appello di Lecce ha confermato la responsabilità penale dell’uomo, ma ha deciso di ridurre la pena da 18 a 14 anni di reclusione. La sentenza di primo grado era stata pronunciata il 15 luglio 2024 dal Tribunale di Lecce, presieduto dalla giudice Annalisa De Benedictis
La rideterminazione della pena arriva al termine del procedimento d’appello, a seguito del ricorso presentato dalla difesa, rappresentata dall’avvocata Francesca Conte.
La difesa aveva chiesto la revisione di alcuni aspetti della sentenza, ma la Corte ha ritenuto pienamente provate le accuse, confermando la condanna per violenza sessuale aggravata e continuata
Secondo quanto emerso dalle indagini, gli abusi sarebbero avvenuti per un lungo periodo di tempo, sia in ambito familiare che durante le lezioni di equitazione. Le testimonianze delle vittime, raccolte con il supporto di psicologi e consulenti tecnici, hanno rappresentato un punto centrale del processo.
L’arresto dell’uomo risale al 2022, dopo la denuncia e le successive conferme da parte delle giovani vittime. Il caso ha suscitato profonda indignazione nella comunità locale, soprattutto nel mondo dell’equitazione, dove l’imputato era conosciuto e attivo da anni.
Con la decisione della Corte d’Appello, la pena definitiva viene ora ridotta a 14 anni, pur restando ferma la gravità dei reati contestati e la responsabilità accertata dell’imputato.






















