Dopo un anno di latitanza, il super ricercato si nascondeva in una villa blindata. Armi, contanti e documenti falsi trovati nel covo.
FASANO (BR) – È finita all’alba di oggi la latitanza di Onofrio Margaritondo, 49 anni, figura di spicco della Sacra Corona Unita e considerato uno dei principali referenti del clan dei “mesagnesi” nel territorio di Fasano. L’uomo, irreperibile dall’ottobre 2023, è stato rintracciato e arrestato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi in una villa isolata nelle campagne tra Fasano e Locorotondo, dove si nascondeva da mesi.
Il blitz dei Carabinieri
L’operazione, scattata nelle prime ore del mattino, ha visto impegnate diverse unità speciali dell’Arma: lo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia” di Amendola, l’Aliquota di Primo Intervento (API) di Brindisi, le unità cinofile di Modugno e il 6° Nucleo Elicotteri di Bari.
I militari hanno circondato la zona e fatto irruzione nella villa, sorprendendo Margaritondo senza possibilità di fuga.
Un boss di lungo corso
Ex contrabbandiere, il 49enne era da tempo indicato come capo, promotore e organizzatore di un gruppo criminale attivo nel Brindisino e punto di contatto con organizzazioni albanesi per traffici internazionali di droga e immigrazione clandestina. A suo carico figurano accuse pesanti: estorsione, danneggiamento, ricettazione, minaccia, traffico di stupefacenti, armi e delitti contro la persona.
Era destinatario di due provvedimenti della Corte d’Appello di Lecce, emessi nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA):
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per evasione dalla detenzione domiciliare (ottobre 2023); un ordine di carcerazione per una condanna definitiva a 7 anni, 6 mesi e 22 giorni per fatti avvenuti a Fasano nell’agosto 2019.
Il covo e il sequestro
Durante la perquisizione, i Carabinieri hanno trovato un vero e proprio arsenale da latitante:
• una pistola revolver calibro .357 Magnum priva di matricola, con sei colpi nel tamburo;
• una pistola giocattolo senza tappo rosso;
• denaro contante, radio confezionate sottovuoto, un jammer portatile e documenti falsi.
Il boss è stato arrestato anche in flagranza di reato per detenzione di arma clandestina.
Il proprietario della villa e la sua compagna sono stati denunciati per favoreggiamento aggravato.
Fine della latitanza
Dopo le formalità di rito, Margaritondo è stato trasferito nel carcere di Bari, dove resterà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Con la cattura di oggi si chiude un capitolo importante della criminalità organizzata brindisina: un colpo durissimo a uno dei volti storici della Sacra Corona Unita, che da un anno sfidava la giustizia.






















