La tragedia si è consumata nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio 2024.
Clelia Ditano, 25 anni, era appena rientrata a casa, accompagnata da un amico fino al quarto piano del palazzo in via Piave. Dopo averlo salutato, è rimasta sola.
Poco dopo, attorno all’1:40, ha riaperto la porta dell’ascensore credendo che la cabina fosse arrivata. In realtà l’impianto era ancora al piano terra. È precipitata nel vuoto per quasi dieci metri, morendo sul colpo.
Secondo la perizia tecnica disposta dalla Procura di Brindisi, l’ascensore era perfettamente funzionante: a causare la morte della giovane sarebbe stata una manomissione.
L’indagine, coordinata dalla pm Livia Orlando, ha rilevato che il sistema di sicurezza delle porte ai piani era stato alterato da un intervento esterno, meccanico o elettrico.
Gli inquirenti ipotizzano due scenari: o la porta al quarto piano è stata aperta manualmente con una chiave di emergenza e lasciata aperta, oppure qualcuno ha installato dei ponticelli elettrici, dispositivi usati in fase di manutenzione, che avrebbero disattivato i circuiti di sicurezza.
Quattro persone risultano indagate per omicidio colposo: l’amministratore del condominio, il rappresentante legale dell’azienda di manutenzione, il responsabile tecnico e un operaio della stessa impresa.
L'inchiesta ora punta a individuare con precisione chi abbia materialmente compromesso l’impianto, rendendo possibile l’incidente mortale.





















