Paola Catanzaro, nota anche con lo pseudonimo di Sveva Cardinale, è stata al centro di uno dei più eclatanti casi di truffa degli ultimi anni. Ex veggente originaria di Brindisi, con un passato nel mondo dello spettacolo e una transizione di genere alle spalle, è stata condannata definitivamente dalla Corte di Cassazione a cinque anni e sei mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
La vicenda ha avuto origine quando Catanzaro, all'epoca conosciuta come Paolo e soprannominata "il mistico", iniziò a sostenere di avere visioni della Madonna e del Diavolo. Queste presunte esperienze mistiche le consentirono di raccogliere intorno a sé un gruppo di seguaci devoti, attratti dalla promessa di protezione divina e guarigioni miracolose. Attraverso l’iniziativa denominata "progetto croci", Catanzaro convinceva i suoi fedeli a donare ingenti somme di denaro con la motivazione di piantare enormi croci in varie parti del mondo, nella convinzione che questo potesse allontanare il male e scongiurare eventi catastrofici.
Le indagini hanno portato alla luce una rete di raggiri ben organizzata, che ha fruttato almeno 4 milioni di euro. Tra le vittime non figuravano soltanto persone comuni, ma anche imprenditori e professionisti di alto profilo. Oltre alla condanna di Catanzaro, la Corte di Cassazione ha confermato le pene per i suoi principali collaboratori: il marito, Francesco Rizzo, è stato condannato a quattro anni e otto mesi di carcere, mentre Anna Picoco ha ricevuto una pena di un anno e due mesi. La posizione della sorella, Giuseppa Catanzaro, sarà invece riesaminata in Appello.
Il caso ha suscitato un forte clamore mediatico ed è stato oggetto di numerose inchieste giornalistiche, tra cui quelle del programma televisivo "Le Iene". La parabola di Paola Catanzaro, da presunta veggente a volto dello spettacolo, fino alla condanna per truffa, rappresenta un monito su come la manipolazione della fede e l’inganno possano condurre a conseguenze devastanti.