Quarantuno persone, inclusi detenuti attualmente presso la casa circondariale di Brindisi, sono sotto indagine per accesso indebito a dispositivi di comunicazione. L'accusa riguarda la violazione delle norme sul divieto di possesso e uso di telefoni cellulari all'interno del carcere, un reato punibile con una pena da uno a quattro anni di reclusione.
L'indagine, condotta dalla Polizia Penitenziaria sotto la supervisione della Procura di Brindisi, è stata avviata dopo il rinvenimento e il sequestro di un microtelefono in una cella del penitenziario.
Dall'analisi delle comunicazioni intercettate è emerso che i 41 indagati, ora raggiunti dall'avviso di conclusione delle indagini, avrebbero utilizzato telefoni introdotti clandestinamente per effettuare numerosi colloqui.
Queste chiamate non si limitavano ai contatti familiari, coinvolgendo anche soggetti esterni e sollevando il sospetto di attività illecite. Gli eventi contestati sarebbero avvenuti nel periodo compreso tra marzo e dicembre 2023.
Rimane da determinare come i dispositivi siano stati introdotti all'interno della struttura penitenziaria e se ci siano state complicità interne o vulnerabilità nei sistemi di controllo.