A Roma si è tenuta una conferenza stampa organizzata da Cgil, Filctem Cgil e rappresentanti dei lavoratori di Eni Versalis per affrontare la crisi che coinvolge l'azienda, accusata di smantellare settori strategici del sistema industriale italiano.
Durante l'incontro, è stato annunciato un piano di mobilitazione che prevede tre incontri pubblici in Sicilia, Puglia ed Emilia-Romagna, con l'obiettivo di coinvolgere istituzioni locali e parlamentari. I sindacati hanno sottolineato l'urgenza di discutere le conseguenze economiche, sociali e ambientali della chiusura dei cracking di Eni Versalis, ritenuti essenziali per l'industria nazionale.
I rappresentanti sindacali hanno denunciato che le decisioni dell'azienda non rappresentano un passaggio verso la sostenibilità, ma una progressiva dismissione industriale che rischia di aumentare le emissioni di CO2. Inoltre, hanno evidenziato come il ritiro dell'Italia da un mercato in crescita, come quello dell'etilene, comporti una dipendenza maggiore dalle importazioni estere. Tale scelta appare ancor più problematica in un contesto europeo che penalizza i prodotti ad alta impronta carbonica, aggravando i costi per le imprese italiane.
L'impatto occupazionale è drammatico: oltre 20 mila lavoratori tra dipendenti diretti e indotto sono coinvolti nei siti di Brindisi, Priolo e Ragusa, mentre altre realtà industriali, come quelle di Ferrara, Ravenna, Mantova, Porto Marghera e Porto Torres, rischiano effetti a cascata.
I sindacati attendono con urgenza la convocazione del tavolo politico promesso dal Governo e annunciano che, in quell'occasione, le lavoratrici e i lavoratori manifesteranno davanti al Mimit per difendere il proprio futuro. Hanno infine ribadito che scelte strategiche di politica industriale non possono essere subordinate agli interessi degli azionisti di Eni.