Brindisi, 4 febbraio 2008. Una dichiarazione di Livia Antonucci, vicepresidente della Commissione Pari Opportunità alla Regione Puglia.
”E’ grave ed errato il titolo dell’ ”Unità”, organo oggi di un partito come quello democratico che pure dovrebbe rappresentare anche parte del mondo cattolico, secondo il quale le parole del Pontefice in materia di diritto alla vita debbano ritenersi ’contro le donne’. Vero è invece che proprio la
riaffermazione dei valori cristiani su questo tema rappresenta uno straordinario sostegno, in senso anche antropologico, alle ragioni ed ai diritti delle donne, che non sono certamente conflittuali con quelli dei diritti fondamentali della persona umana, e che valgono per i concepiti esattamente come per i condannati a morte.
Anzi, a ben vedere, nelle parole del Papa c’è anche una rivendicazione delle ragioni originarie e della lettera stessa della legge 194, che non si proponeva certamente di inserire l’aborto tra le metodologie anti-concezionali, ma di promuovere prioritariamente una maternità responsabile assicurandole tutti i sostegni necessari.
Una legge, pertanto, tradita dai suoi stessi più accaniti sostenitori, di cui occorre un’attuazione piena, che attivi i consultori e tutti gli strumenti utili ad aiutare la donna in difficoltà a condurre in porto la vita che ha in sé, e non limitata soltanto alla parte relativa alla legalizzazione
dell’aborto, e cioè di quella che anche per la legge stessa è un’amara, anche se talora necessitata sconfitta. Rivendicare ciò non è contro la donna in difficoltà ma, al contrario, a favore di un aiuto più concreto per una libera scelta di cui potrebbe portare il segno dolente per tutta l’esistenza.”