La Puglia si trova ad affrontare una crisi senza precedenti nel settore agricolo: i danni causati da siccità ed eventi climatici estremi nel 2024 ammontano a circa un miliardo di euro. La stima è stata presentata da Coldiretti Puglia durante l'Assemblea nazionale della più grande organizzazione agricola italiana ed europea, alla quale hanno partecipato il presidente Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e diverse figure istituzionali, tra cui il ministro della Difesa Guido Crosetto e i ministri Antonio Tajani e Francesco Lollobrigida in collegamento video.
Eventi climatici estremi: un territorio fragile sotto assedio
Secondo i dati del European Severe Weather Database (ESWD), nel 2024 si sono verificati 153 eventi climatici estremi in Puglia. Tra questi, tornado, grandinate, tempeste di vento e nubifragi hanno colpito duramente una regione già caratterizzata da un territorio fragile. Tuttavia, è la siccità che ha avuto gli effetti più devastanti, compromettendo le produzioni agricole fin dall'inverno e creando le condizioni per dichiarare lo stato di calamità.
Le colture più colpite includono le clementine, che sono finite al macero a causa della mancanza di acqua, e il grano, la cui produzione è stata dimezzata. Anche il pomodoro ha registrato un calo significativo delle rese, mentre la crisi idrica ha ridotto drasticamente la disponibilità di foraggio verde per i pascoli, costringendo gli allevatori ad affrontare costi maggiori per i mangimi. Il settore apistico ha visto un crollo della produzione di miele, con oltre il 60% in meno a causa del caldo e della siccità che hanno ridotto le fioriture. Drammatica anche la situazione del settore olivicolo, che registra un calo del 40% della produzione rispetto al 2023.
Il peso della crisi sulle imprese
L'agricoltura pugliese è già messa a dura prova dalla concorrenza sleale delle importazioni estere e dagli elevati costi di produzione. A complicare ulteriormente la situazione, il numero delle aziende agricole, forestali e di pesca è sceso per la prima volta sotto le 700mila unità a livello nazionale. In questo contesto, Coldiretti chiede interventi urgenti per sostenere le imprese agricole e affrontare una crisi che mette a rischio non solo l'economia regionale, ma anche la sicurezza alimentare del Paese.
Politiche europee: una svolta necessaria
Un primo passo significativo è arrivato dalla Commissione Europea, che ha accolto la richiesta di Coldiretti di modificare il regolamento “de minimis” per il settore agricolo. La nuova normativa raddoppia la soglia degli aiuti per azienda, portandola da 25mila a 50mila euro in tre anni. Questo consentirà agli Stati di erogare i fondi senza dover notificare la Commissione e rischiare procedure di infrazione.
Tuttavia, Coldiretti sottolinea la necessità di interventi più incisivi sulle risorse della Politica Agricola Comune (PAC), destinandole esclusivamente ai veri agricoltori. Questa misura è considerata fondamentale per garantire la sovranità alimentare europea, un obiettivo ribadito dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen come priorità del suo secondo mandato.
Impatti ambientali e sociali
La perdita di terreni agricoli in Europa e la loro sostituzione con prodotti di importazione non solo aumenta le emissioni di CO2, ma compromette anche i presidi ambientali e la sicurezza alimentare. Coldiretti avverte che questa situazione rischia di avere ripercussioni negative sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini.
“È essenziale difendere l'eccezionalismo agricolo, che pone l'agricoltura al centro delle politiche di sicurezza nazionale ed europea”, conclude Coldiretti. In un momento di crisi globale, investire nell'agricoltura significa proteggere l'ambiente, l'economia e il futuro delle comunità.