A soli tre anni dall’entrata in funzione, il gasdotto TAP presenta gravi criticità. Secondo il Collettivo No TAP, che si oppone da sempre all’opera, la condotta ha sviluppato almeno tre crepe nel rivestimento esterno e quindici tratti “sospesi”, dove il tubo non poggia sul fondale del Canale d’Otranto, risultando esposto a vibrazioni e correnti.
Le problematiche, emerse a circa 13 miglia nautiche dall’approdo di Melendugno, sono aggravate dalla conformazione del fondale, che precipita rapidamente in profondità. Qui, le correnti hanno danneggiato il mantello in cemento di 15 cm che protegge i tubi d’acciaio. Sebbene al momento non ci siano perdite di gas, Tap ha chiesto il via libera per riempire i vuoti sotto la condotta con pietrisco, al fine di stabilizzarla e prevenirne il deterioramento nel lungo termine.
Il Collettivo No TAP commenta con amarezza: “Le criticità dell’installazione erano note fin dall’inizio. Ora, l’urgenza degli interventi è confermata dalle stesse indagini condotte dalla società”. La decisione finale spetta al ministero dell’Ambiente, che dovrà stabilire se i lavori necessitano di una Valutazione di impatto ambientale
I problemi evidenziano fragilità che destano preoccupazioni, soprattutto considerando che il gasdotto dovrebbe garantire operatività per circa 50 anni.