Rischio chiusura del Cracking Versalis: le sigle sindacali temomo il peggio e chiedono l'intervento del Governo
mercoledì 30 ottobre 2024

FILCTEM CGIL

In data 29 ottobre ’24 si è svolta una partecipata ASSEMBLEA SINDACALE dei Lavoratori Basell, indetta dalla FILCTEM CGIL, alla presenza del Segretario Territoriale Antonio Frattini, e del componente della RSU Oronzo Passaro, per valutare gli scenari industriali che si aprono nel Petrolchimico di Brindisi, dopo la decisione di Eni Versalis di fermare il Cracking che è strettamente interconnesso con l’impianto di Lyondell Basell.

L’impianto, quello Versalis, per mezzo di un accordo commerciale, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2024, alimenta con il polipropilene l’impianto Basell, che a sua volta, ha necessità del Cracking per “riportare” i prodotti di processo in eccesso.

Basell, dopo la cessazione delle attività dell’impianto P9T e il superamento di 45 posizioni lavorative, gestisce l’altro impianto rimasto, il PP2, che con gli altri 4 impianti europei con la stessa tecnologia, sarebbe destinato ad una possibile vendita. La scelta strategica di Eni – Versalis complica notevolmente lo scenario, il destino dei circa 580 lavoratori diretti di Versalis e dei 90 lavoratori diretti Basell, oltre a tutti quelli dell’appalto dell’intero petrolchimico.

La fermata del Cracking, oltre a non garantire le forniture per il PP2 di Basell, non alimenterebbe neppure gli altri impianti Versalis, il P30 e il PE1/2, qual è la scelta strategica industriale di ENI? Quale è la garanzia per il futuro, rifornire gli impianti via nave, acquistando sui mercati internazionali i prodotti necessari.

Quali sono i tempi del Piano Strategico Versalis, non si possono accettare le politiche dei due tempi, fermare tutto e poi ricercare tra mille incertezze le alternative produttive, questo non è assolutamente accettabile, bisogna reagire e mobilitarsi immediatamente per opporsi a tutto questo.

Le azioni proposte da Versalis non rappresentano la strategia industriale che meglio risponde alla necessità di tutelare gli interessi non solo delle migliaia di lavoratori diretti coinvolti ma anche dell’intera filiera chimica del Paese.

Questo processo di rivisitazione degli impianti chimici di ENI VERSALIS, per le interconnessioni esistenti tra tutti i petrolchimici e gli impianti di chimica di base a Brindisi e in Italia, riteniamo debba essere riportata immediatamente al Governo, che, se confermerà la strategia di Eni Versalis, dopo quella energetica con la grande quantità di energia importata dall’estero, condannerà il Paese ad una ulteriore dipendenza.

A sostegno della nostra vertenza, per rappresentare la preoccupazione e la determinatezza dei lavoratori, bisogna accelerare il più possibile la calendarizzazione dell’incontro chiesto al Governo, dopo la decisione nazionale dello stato di agitazione di tutto il gruppo Eni Versalis, da Brindisi deve partire una grande mobilitazione da parte di tutto il territorio, per l’ennesima grave crisi industriale che si aggiungerebbe a quella già in corso per la dismissione della Centrale ENEL.

Segreteria FILCTEM CGIL Brindisi

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FIALC CISAL

“Richiesta Convocazione Piani industriali ENI VERSALIS” è all’oggetto di una lettera aperta inviata da Fial Chimici (Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Chimici petrolieri metanieri) al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy. Di seguito ne riportiamo integralmente il testo

Egregi in indirizzo,
In merito all’annuncio ed alla informativa ricevuta in data 24 ottobre da parte del gruppo Eni Versalis, la scrivente Organizzazione Sindacale Fialc Cisal esprime viva preoccupazione.
La trasformazione industriale e gli investimenti previsti nei prossimi anni dalla controllata di Eni, azienda di Stato attiva nel mondo da più di settant’anni, comporteranno la fermata e chiusura definitiva degli impianti di produzione denominati Cracking che ancora insistono nei siti di Priolo e Brindisi, a vantaggio, rispettivamente, di una Bioraffineria e di una Gigafactory, quest’ultima attraverso una join venture, per la costruzione di accumulatori stazionari.
Le forti perplessità della scrivente risiedono nel ritenere che lo sfocato piano proposto non rappresenti la migliore strategia industriale utile alla svolta green comunitariamente auspicata e, soprattutto, non garantisca, nel lungo periodo, il mantenimento complessivo degli attuali livelli occupazionali.
Per quanto oggettive le criticità economiche di approvvigionamento dettate da complicate dinamiche internazionali, rispetto le quali riconosciamo la necessità di contenere i costi operativi, continuiamo a sostenere, tuttavia, come l’attività basilare di cracking rappresenti il cuore pulsante di numerosi insediamenti industriali e di tutta la chimica italiana, col sostentamento strutturale di comparti fondamentali per il paese come il biomedicale, il sanitario e la automotive.
Capisaldi non certamente sostituibili da mercati ancora poco esplorati se non, al momento, scarsamente attrattivi.
Per quanto brevemente esposto, la Segreteria nazionale Fialc Cisal, considera indispensabile adottare tempistiche di riconversione ben più congrue, che attendano le ragionevoli aspettative di migliaia di lavoratori coinvolti.
In ragione di questo, la Segreteria Nazionale Fialc Cisal

CHIEDE
di incontrarvi al più presto per affrontare e per meglio esplicitare le proprie argomentazioni.
Certi di un Vostro positivo riscontro porgiamo distinti saluti.

 

Giuseppe Graniti Segretario Generale FIALC CISAL
Massimo Pagliara Vice Segr. Naz. e Resp. Cisal Comparto Eni

 

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