La vertenza aperta per il processo di decarbonizzazione è evidente che non riguarda solo il destino e la permanenza di Enel sul territorio ma intreccia il futuro di tutto il tessuto sociale ed economico brindisino. Per questo riteniamo largamente insufficiente il mandato con cui gli ‘ambasciatori’ dell’A.D. di Enel, Flavio Cattaneo, e del Direttore Enel Italia, Nicola Lanzetta, hanno incontrato sindacati e imprese.
È davvero disarmante la modalità con cui si intende far passare una piccola concessione alle imprese locali alla stregua di un investimento strategico. Per garantire l’occupazione e una giusta transizione occorre una prospettiva più a lungo termine rispetto a quanto annunciato.
In questa grande confusione, per Enel corre l’obbligo di pianificare e condividere con il territorio dire con chiarezza quello che intende fare in merito allo sviluppo e al rilancio industriale nonché alla concessione della banchina portuale, anche alla luce della pronuncia dell’Autorità di regolazione dei trasporti.
Tuttavia non si può trascurare il fatto che, in questo quadro estremamente grave, il grande assente è il Governo che sulla strategia industriale di un’azienda di Stato come Enel, ha la prima e l’ultima parola. Dopo le promesse e le passerelle dei ministri di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia Salvini, Pichetto Fratin e Urso gli indirizzi politici su Enel del Governo non sono cambiati che invece ha confermato di voler acquisire più dividendi dalle società partecipate, andando a scapito perciò degli investimenti sui territori.
Il territorio brindisino è stanco di accordi disattesi e vane promesse e pretende risposte, garanzie e prospettive concrete, poiché non è più tollerabile e credibile che una società come Enel, strutturata e quotata, non abbia una programmazione industriale e di investimenti per uno dei maggiori siti produttivi d’Europa.
Francesco Cannalire segretario PD Brindisi e consigliere comunale Brindisi