Al centro dell'indagine, durata diversi mesi, c'è il clan Soleti, una ramificazione della Sacra Corona Unita attiva nei comuni di San Pietro Vernotico, San Donaci, Tuturano e Torchiarolo.
La leadership del clan sarebbe riconducibile a due referenti storici dell'organizzazione, i quali avrebbero esercitato una rigida egemonia sul territorio. Attraverso aziende compiacenti e con l'appoggio di imprenditori locali, il clan gestiva lo smaltimento illegale di rifiuti speciali, il traffico di droga, e la raccolta illegale di scommesse, imponendo il controllo anche sulle apparecchiature elettroniche da intrattenimento, alterate e distribuite in vari locali della zona.
Gli investigatori hanno inoltre scoperto che chiunque volesse entrare nel mercato della droga era costretto a rivolgersi al clan, pagando il cosiddetto "punto", una tassa destinata a finanziare l'organizzazione.
Le indagini, basate su intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre a video riprese e pedinamenti, sono state particolarmente complesse a causa dell'uso di tecnologie avanzate da parte degli indagati. Questi, infatti, si erano dotati di dispositivi criptati per le comunicazioni e jammer per bloccare le intercettazioni.
L'intervento della Guardia di Finanza si inserisce nel più ampio contesto delle operazioni di contrasto alla criminalità organizzata, con l'obiettivo di proteggere il tessuto economico del territorio salentino dalle infiltrazioni mafiose e dall'inquinamento imprenditoriale.