Processo Stasi, la mamma depone: "Io e mio figlio fumavamo marijuana insieme. Paolo era troppo buono"
mercoledì 25 settembre 2024

Durante il processo in corso presso la Corte d'assise di Brindisi per l'omicidio di Paolo Stasi, 19enne ucciso a Francavilla Fontana il 9 novembre 2022, Nunzia D'Errico, madre della vittima, ha rilasciato una dichiarazione che ha sorpreso molti: "Io e Paolo fumavamo spinelli insieme". L'ammissione, avvenuta durante la testimonianza della donna, ha aggiunto un elemento inaspettato al già complesso quadro del caso, che vede coinvolte diverse figure.

Stasi, secondo quanto stabilito dal tribunale per i minori di Lecce, sarebbe stato ucciso da Luigi Borracino, un ragazzo minorenne all'epoca dei fatti, già condannato a 20 anni di carcere per l'omicidio. Tuttavia, il processo in corso a Brindisi riguarda Cristian Candita, 23 anni, accusato di omicidio aggravato in concorso, e altri imputati legati al traffico di stupefacenti, connessi a vario titolo alla vicenda.

Nunzia D'Errico, difesa dall’avvocato Francesco Monopoli, è allo stesso tempo imputata per reati legati allo spaccio di droga e parte civile nel processo, insieme al marito e alla figlia, rappresentati dall’avvocato Domenico Attanasi. Nel corso dell'udienza, il pubblico ministero Giuseppe de Nozza ha incalzato la donna con domande che hanno portato a ulteriori rivelazioni. Oltre a confessare di aver fumato marijuana insieme al figlio, la D'Errico ha confermato di essere a conoscenza del fatto che in casa entrava "erba" che veniva confezionata in dosi, pur negando categoricamente che vi fosse un accordo per la detenzione o lo spaccio di droga.

La madre di Paolo Stasi ha anche cercato di chiarire che il presunto debito di 50mila euro con Luigi Borracino, indicato inizialmente come possibile movente dell'omicidio, non esisteva. "Mio figlio non aveva un debito così grande – ha affermato – al massimo si parlava di mille euro". Con voce rotta dall'emozione, la donna ha poi descritto Paolo come un ragazzo "troppo buono, che si faceva raggirare" e che non avrebbe mai voluto essere coinvolto in attività criminali.

L'udienza si è conclusa con la testimonianza della psicologa Isabella D’Attoma, consulente di parte, che ha tracciato il profilo psicologico di Nunzia D'Errico, illustrando il profondo danno emotivo e psicologico subito dalla donna in seguito alla tragica perdita del figlio.

La prossima udienza, fissata per il 15 ottobre, prevede l’esame degli imputati e potrebbe aggiungere nuovi elementi a questo intricato caso, che continua a tenere la comunità di Francavilla Fontana con il fiato sospeso.

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