Il liceo Fermi-Monticelli di Brindisi e il Pepe-Calamo di Ostuni hanno aderito al percorso di potenziamento-orientamento “Biologia con curvatura biomedica”, promosso dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.
Oggi nell’ospedale Perrino trenta studenti del terzo anno del Fermi-Monticelli di Brindisi hanno visitato il Centro Trasfusionale e la Radiologia accompagnati dalle docenti Lucia Di Paola e Paola Daniela Scalzo. Erano presenti il direttore generale della Asl, Maurizio De Nuccio, il presidente dell’Ordine dei Medici Arturo Oliva e Vito Fumai, uno dei due coordinatori del percorso, con Giuseppe Colucci per Ostuni, delegati dall’Ordine a organizzare la parte medica.
“Si tratta di un progetto molto importante - ha detto Oliva - partito nel 2017 su iniziativa di un liceo e dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria. In Italia sono coinvolti 105 ordini su 106 e più di 300 istituti scolastici. Il progetto prevede, a partire dal terzo anno dei licei, un indirizzo ‘biomedico’, extracurricolare, che accompagna gli studenti verso le facoltà di area medica. Centocinquanta ore complessive suddivise in tre anni, di insegnamenti, tra lezioni frontali con i biologi e lezioni pratiche, con i medici delegati dall’Ordine, e visite sul campo, ad ambulatori, ospedali, laboratori di ricerca, studi specialistici. I ragazzi imparano a conoscere il lavoro del medico e a valutare le proprie motivazioni”.
“Il progetto - ha aggiunto De Nuccio - è il segnale che la sinergia tra le istituzioni, in questo caso Asl, Ordine dei Medici e scuola, è essenziale. Solo un impegno concertato consente ai ragazzi di vivere la scuola non solo come un ambiente dedicato all’apprendimento ma anche alla crescita professionale. In questo modo, i giovani di oggi potranno diventare i nuovi professionisti del domani”.
Fumai ha sottolineato che “gli studenti vedono una parte di quello che si fa in ospedale: un piccolo seme che ci auguriamo possa crescere e portare a una scelta consapevole”.
Normalmente un ragazzo su sette entra nella facoltà di Medicina: tra chi ha fatto il corso di “curvatura biomedica”, la percentuale sale a uno su due, massimo uno su tre. Il percorso fornisce competenze di tipo scientifico, un valido metodo di studio e ricerca e favorisce l’acquisizione di competenze in campo biologico.
“L’iniziativa - ha concluso Oliva - è possibile grazie alla preziosa e costante collaborazione degli istituti, dei dirigenti scolastici e dei docenti di Scienze che guidano gli studenti durante il triennio finale. Il mio ringraziamento va anche al direttore generale e ai colleghi che gratuitamente mettono a disposizione le loro competenze per animare il percorso di studi”.