BRINDISI CRISI INDUSTRIALE -
Pubblichiamo la notra di Fabrizio Caliolo coordinatotre provinciale Uil Brindisi
Siamo grati al Sindaco Marchionna per aver accolto l’invito dei sindacati ed aver condiviso in modo chiaro e limpido la visione della sua Amministrazione Comunale sul futuro prossimo venturo di Brindisi, in modo particolare sul Sistema Industriale brindisino. L’idea del Sindaco – la sintetizziamo per economie di tempo e spazio – è che l’Industria a Brindisi debba progressivamente scomparire, lasciando spazio ad altri settori come l’economia turistica e quella culturale. Una idea totalmente in linea con il grande investimento che l’Amministrazione Marchionna ha avviato con la candidatura a Capitale della Cultura.
Una iniziativa lodevole e che il Sindacato sostiene con forza e convinzione del tutto compatibile con altri settori economici da sempre propri di Brindisi come l’Industria. Dalle parole del primo cittadino invece appare come se la “vecchia e non più moderna” economia a base industriale debba completamente lasciare il passo ad altri settori. Pazienza se le aziende chiudono senza alternative per i lavoratori, l’Industria e le industrie vanno smantellate.
Letteralmente smantellate: gli stabilimenti industriali che non sono ritenuti più vantaggiosi – prima fra tutti la Centrale Enel di Cerano – devono essere smantellati pezzo per pezzo per lasciare spazio ad altre e diverse iniziative che verranno. Lo smantellamento degli stabilimenti industriali per il Primo Cittadino costituirebbe il primo concreto passo verso la Transizione Green ed una occasione di lavoro per gli operai in licenziamento che sarebbero impegnati per qualche anno a smantellare quelle realtà che garantivano loro la certezza di un salario con cui sostenere le proprie famiglie.
E dopo qualche anno? Non si sa. Forse la Cultura a Brindisi sarà cresciuta così tanto da dare lavoro a centinaia di operai ed alle maestranze specializzate che nel frattempo saranno divenute guide turistiche, librai o bravi ristoratori. Abbiamo i nostri dubbi su questa prospettiva.
Al Sindacato tale visione appare insostenibile. Conosciamo abbastanza il mondo del lavoro per osservare che difficilmente vi potrà essere un pieno e totale assorbimento delle centinaia di lavoratori industriali che oggi rischiano di perdere l’occupazione in altri settori con competenze e caratteristiche totalmente diverse dall’Industria; ancora più improbabile è che ciò accada in un tempo tanto breve da non lasciare alcuno senza stipendio. Non comprendiamo davvero come un politico preparato ed attento come Marchionna possa realmente sostenere tale “strategia”, come da egli stesso definita nell’incontro con i Sindacati, di “de-commissioning” che se realmente messa in campo avrebbe come unico risultato il deserto industriale, economico ed occupazionale nella città e nel territorio di Brindisi. Una Brindisi più green e con meno ferraglia nelle foto dello skyline ma nella quale migliaia di famiglie non avrebbero di che sopravvivere. Così Brindisi potrebbe finalmente compiere la sua Transizione… verso il nulla!
NO! Tale prospettiva è inaccettabile per il Sindacato. Non è “de-commissionando” che si salva il lavoro e l’economia di questa terra. È “commissionando”, investendo in nuovi progetti industriali – certamente rispettosi dell’Ambiente ma progetti ed investimenti Industriali – che la rotta della disoccupazione e del decadimento economico può essere invertita.
La visione del Sindaco e della sua Amministrazione ci ha fortemente deluso. Se già le Istituzioni Locali chiedono che l’Industria lentamente scompaia, quale supporto potrebbe arrivare da Roma o Bruxelles?
Il Sindacato continuerà nella sua battaglia, nel coinvolgimento di tutte le altre Istituzioni Locali e Nazionali perché l’Industria abbia a Brindisi un futuro, perché i suoi lavoratori possano continuare ad essere degni figli di questa terra e Brindisi possa continuare a “commissionare” sviluppo e benessere.
Il Coordinatore provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo