Il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza condannando il Ministero della Difesa per la morte di Aldo Martina, avvenuta nel maggio 2019 a causa del mesotelioma pleurico contratto durante il suo servizio di leva presso il COMOS di Brindisi.
In seguito a questa decisione, il Ministero dovrà erogare un risarcimento speciale di 200.000 euro ai suoi eredi, la moglie Anna e i figli Emiliano e Sarah. Allo stesso tempo, il Ministero dell'Interno è stato condannato al riconoscimento di Martina come "vittima del dovere".
Martina ha subito l'esposizione all'amianto durante il suo servizio militare, svolto presso il COMOS di Brindisi e successivamente presso l'Arsenale Militare Marittimo della Spezia. Come Sottocapo Radiotelegrafista, è stato costantemente a contatto con polveri e fibre di amianto in un ambiente di lavoro privo di adeguate misure di sicurezza. La perizia del CTU ha confermato che Martina era esposto all'inalazione di fibre di amianto aerodisperse nell'ambiente di lavoro, provenienti da varie fonti come apparecchiature di sala macchine, tubolature e vernici usate a bordo. Nel 2018, ha iniziato a manifestare problemi respiratori e successivamente è stato diagnosticato con il mesotelioma, una malattia che ha causato la sua morte nove mesi dopo.
Nonostante le prove schiaccianti, il Ministero della Difesa aveva inizialmente respinto la richiesta di risarcimento, sostenendo che il mesotelioma fosse dovuto a un'esposizione successiva al congedo. La famiglia di Martina ha ottenuto giustizia solo grazie all'azione legale dell'Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che ha portato alla luce la verità sulla situazione.
Il rapporto INAIL ReNaM del 2018 ha confermato la presenza di amianto sulle navi, negli arsenali e in tutti gli ambienti della Marina Militare, e l'impiego di questo minerale risale agli anni '60, con più di 2000 casi di mesotelioma registrati tra i lavoratori del settore marittimo e della Difesa militare dal 1993.
L'ONA è attivo nella tutela delle vittime dell'amianto provenienti dalle unità navali della Marina, offrendo consulenza tramite il sito web o il numero verde 800 034 294.