Il drammatico evento accaduto ai danni di un’assistente sociale in servizio al Comune di Trani, fa seguito a molteplici episodi di aggressione e violenza sugli operatori dei servizi sociali e sociosanitari in tutta Italia, che operano e intervengono quotidianamente in situazioni di disagio, in particolare in quelle che coinvolgono i minori, sempre più difficili e complesse. È ora di fermare le aggressioni.
La Funzione Pubblica Cgil di Brindisi, oltre ad esprimere vicinanza e solidarietà alla lavoratrice coinvolta in questa delicata vicenda, lancia un appello per prevenire e contrastare tali fenomeni, ai sindaci e agli assessori preposti di tutti i Comuni della provincia di Brindisi, al presidente della Provincia ed al prefetto di Brindisi, affinché si alzi la guardia su una situazione di disagio sociale già esistente ma che è in aumento anche per gli effetti della soppressione del reddito di cittadinanza in tutta Italia e, quindi, con risvolti impattanti nella provincia di Brindisi. I servizi sociali già in difficoltà per carenze di organico, con gli ambiti territoriali sociali di Brindisi sono lontani dal raggiungere il livello essenziale di prestazioni sociali (Leps) di un assistente sociale ogni 5.000 abitanti.
La segretaria Fp Cgil Brindisi Chiara Cleopazzo “richiama alla responsabilità i datori di lavoro, ad applicare le leggi a tutela degli operatori, e per questo la Fp Cgil in ogni luogo di lavoro è impegnata a monitorare e denunciare, anche con azioni di diffida, le amministrazioni rispetto agli adempimenti previsti dalle norme e dagli eventuali protocolli aziendali. Di fronte al moltiplicarsi di episodi di violenza e al crescere della tensione sociali, siamo pronti a una mobilitazione a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, che sono a diretto contatto con il disagio e che ogni giorno sono promotori di benessere per le persone. E’ necessario istituire un servizio di vigilanza con personale addetto per proteggere i dipendenti dei servizi sociali e dei consorzi, che per il loro delicato lavoro, sono a contatto diretto con i cittadini. E’ a rischio l’incolumità dei dipendenti che abbiamo l’obbligo di tutelare”.
Il sindacato, fa sapere la coordinatrice assistenti sociali della Fp Cgil provinciale, Giovanna Denuzzo, “condivide la preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori, che chiedono rispetto e una maggiore valorizzazione per la categoria professionale degli assistenti sociali e degli operatori sociali. Non si deve strumentalizzare ancora una volta la vicenda poiché il tema è ampiamente complesso e delicato ed ogni volta è più evidente che, soprattutto attraverso i social, si sviluppa un sentimento d’odio e aggressivo, tanto ingiustificato quanto pericoloso, ogni volta più inaccettabile. E’ fondamentale, inoltre, una maggiore chiarezza relativa a ciò che il servizio può offrire. Ciò dipende, dall’altrettanta chiarezza che l’amministratore deve offrire al cittadino. Altro elemento determinante è un organico ed un numero di ore sufficiente a rispondere adeguatamente alle necessità del territorio. Inoltre, premesso che l'obiettivo è quello di prevenire e tutelare i lavoratori, ci chiediamo perché non viene riconosciuta l'indennità di rischio a tutti i professionisti del sociale e laddove riconosciuta, non lo è in modo omogeneo in tutti i territori, Fondamentale, altresì, è il Leps Supervisione del personale dei Servizi Sociali che si colloca, in questo quadro di rafforzamento del sistema complessivo di interventi al fine di individuare migliori risposte ai bisogni e anche di prevenire e contrastare i fenomeni di aggressione al personale dei servizi sociali. Nella provincia di Brindisi è stato approvato un progetto che coinvolge tutti gli Ats, con capofila il Consorzio Ats di Brindisi (finanziamento del Pnrr M5C2 investimento 1.1.4) che prevede l’attività di supervisione”.
Il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil di Brindisi Luciano Quarta “ricorda ai Comuni e ai datori di lavoro che è in vigore la legge sulla sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie che, prevede la messa in atto di un programma di prevenzione della violenza che le direzioni aziendali devono utilizzare predisponendo una propria procedura per prevenire atti di violenza a danno degli operatori che preveda anche il coinvolgimento delle forze dell’ordine. Ne riviene che i Comuni sono impegnati e coinvolti fattivamente, così come il contratto delle funzioni locali prevede e che sono oggetto di confronto con le rappresentanze sindacali le linee generali di indirizzo per la prevenzione delle aggressioni sul lavoro, inoltre i datori di lavoro devono prevedere percorsi di formazione per gestire utenti aggressivi e violenti, per dare gli strumenti per riconoscere i segnali di pericolo o di situazioni che possono condurre ad aggressione”.
Per quanto sopra, inviamo un appello al presidente della Provincia ai sindaci ai presidenti e ai direttori dei Consorzi e al prefetto di Brindisi, al fine di predisporre e far applicare protocolli per l’adozione di misure di prevenzione, per impedire che avvengano aggressioni ad assistenti sociali ed a tutto il personale dei servizi sociali, lavoratrici e lavoratori che operano in un settore sempre più delicato per effetto di una condizione di disagio sociale alquanto complicata nella provincia di Brindisi.