La Cisl chiede alla Regione Puglia chiarezza ribadendo la posizione espressa, qualche giorno fa, su come deve far fronte alle coperture finanziarie rispetto al deficit sanitario accumulatosi nel corso dell’anno 2022.
Se da un lato, in queste ore, siamo mossi a pensare nei confronti dell’Ente alla possibilità di poter e voler trovare le risorse necessarie a coprire tale passivo, dall’altra però questa possibile fiducia, crolla quasi completamente.
Alcune dichiarazioni preoccupanti, apparse sui quotidiani in questi ultimi giorni, di autorevoli esponenti politici regionali, sostengono letteralmente che quello sanitario è “un deficit che non ho certo creato io”. Dichiarazioni che lasciano molte perplessità; è come se la Regione Puglia in questi anni rispetto alle direzioni generali Asl pugliesi, che poi sono di fatto coloro che hanno generato queste maggiori spese, fosse stata assente o peggio non avesse avuto capacità e possibilità di controllare.
Noi continueremo a chiedere alla Regione, informando con iniziative anche i nostri iscritti e i cittadini pugliesi, quanto già proposto dalla Cisl Puglia per iscritto alla I^ Commissione Permanente Programmazione e Bilancio, per il Bilancio di Previsione Regione Puglia a fine anno passato, e che riproponiamo puntualmente anche per questo anno: non solo il non aumento dell’addizionale regionale, bensì, allargare l’esenzione dei contribuenti con un reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF fino a 15mila euro; chiediamo tuttavia al Governo pugliese un confronto specifico, quanto prima, con il sindacato confederale regionale su come intende affrontare il capitolo dell’addizionale Irpef.
Auspichiamo di non ridursi ad incontri informativi e a qualche giorno prima dall’approvazione del bilancio.
Ora però il governo regionale, nell’ambito della sfera di sua competenza, deve fare la sua parte, attraverso un confronto mai decollato compiutamente evitando con ogni strumento di gravare sulle spalle dei cittadini pugliesi considerando che la sanità in Puglia già vive problematiche irrisolte come le liste d’attesa, che generano maggiori costi per le famiglie fino all’impossibilità a curarsi, l’emergenza delle aggressioni al personale sanitario e la carenza di personale.
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