Ad Oggi la Chiesa di San Paolo Eremita di Brindisi resta chiusa al pubblico per termine l’inventario delle opere trafugate e ripristinare le teche distrutte con le mazzette.
Tra le altre cose già menzionate precedentemente si è scoperto che tra gli oggetti preziosi rubati c'è il calice che l'Arcidiocesi di Brindisi aveva commissionato per la visita pastorale di papa Benedetto XVI nel giugno del 2008, realizzato dall'orafo greco ortodosso Zidron Leoandaris a Ioannina, in Grecia e che fu usato dal Papa nella messa celebrata a Brindisi in quell’occasione.
Dalle indagini svolte fin qui si avvalora la pista di un furto su commissione, compiuto da una banda di professionisti. Sono al vaglio tutte le telecamere e tutti i tabulati, e si spera che le forze dell’ordine riescano ad intercettare la refurtiva. Ma l’Arcivescono va oltre, lanciando un appello di ravvedimento proprio ai ladri.
Queste le parole dell’Arcivesco Giovanni Intini: "Questo gesto offende sia la sensibilità religiosa che quella culturale della nostra città e della diocesi che da pochissimo aveva allestito il museo consapevole del suo dovere di conservare il grande patrimonio artistico lasciato dai padri. Nel frattempo confidiamo nell’azione investigativa delle forze di polizia che son già al lavoro per individuare i colpevoli e restituire gli oggetti rubati.
Mi sento veramente di dover rivolgere un appello a far trovare in qualche modo questi oggetti che testimoniano una storia, una fede e una cultura.
Confidiamo molto nel lavoro delle forze dell'ordine, ma d'altra parte vorremmo sperare di confidare in un ravvedimento di chi ha compiuto questo gesto”
La direttrice della biblioteca arcivescovile "De Leo", Katiuscia Di Rocco ha voluto esprimere la sua rabbia riguardo al calice donato a papa Benedetto XVI: «Rappresenta la venuta del Papa in una città. Se i brindisini hanno questo sentimento così forte di appartenenza si devono sentire offesi interiormente perché gli hanno levato un parte dell'anima”.