Lo ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza nella quale ha riunito le motivazioni relative a due distinti ricorsi proposti dall’ex sindaco Guglielmo Cavallo e da alcuni ex consiglieri comunali, rappresentati dall’avvocato Pietro Quinto, del foro di Lecce. L’altro dall’ex vice sindaco Antonella Palmisano e da cinque ex assessori, assistiti dall’avvocato Costantino Ventura, del foro di Bari.
I giudici amministrativi hanno sentenziato che: "tutte le censure avanzate sono manifestamente infondate, contrariamente alle argomentazioni dalle difese, non dimostrano la capacità di resistenza degli amministratori locali, ovvero l’assenza di compromissioni al buon andamento degli uffici, bensì la pericolosità dei soggetti ed il contesto difficile nel quale l'amministrazione comunale si trova ad operare, con evidente pericolo per la sicurezza pubblica nonché una possibile alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi. Tutti questi elementi non sono sufficienti per decretare lo scioglimento del Comune, ma dimostrano in maniera inequivocabile l’infiltrazione criminale nella struttura burocratica".
L'avvocato Pietro Quinto, in una nota inviata agli organi di informazione fa sapere che gli Amministratori del Comune hanno già preannunziano l’intenzione di proporre appello al Consiglio di Stato.
"Il Tar ha ritenuto adeguatamente motivato il provvedimento di scioglimento adottato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Prefetto di Brindisi. Tali motivi riguardavano la illegittimità di alcune procedure nell’attività dell’Ente, i rapporti parentali con persone controindicate per aver riportato condanne significative, ma soprattutto le condizioni ambientali del Comune, che, attraverso alcuni episodi, avevano evidenziato una presenza incisiva delle associazioni malavitose sul territorio".
"Da qui, sulla base del principio «più probabile che non», e considerato che la misura interdittiva non ha natura sanzionatoria ma solo preventiva, il Giudice amministrativo ha ritenuto adeguatamente motivato il provvedimento di scioglimento".