Così ora an che Google, a seguire, ha lanciato la sua piattaforma simile, chiamata Imagen Video.
Google afferma online che Imagen Video è in grado di generare filmati "con un profondo grado di conoscenza del mondo", compresi quelli in 3D.
Imagen Video, ancora in fare si ricerca avanzata, ha mostrato quanto velocemente si possa sviluppare modelli di algoritmi che producono contenuto multimediale a partire da sintesi testuali.
La prima generazione dell'IA di Big G si chiamava Imagen ed era delegata solo alla realizzazione di immagini a seguito di una descrizione di testo.
Google ha parlato anche di un secondo progetto, chiamato Phenaki, che a differenza di Imagen Video può creare video più lunghi da descrizioni dettagliate e specifiche. Il team che lavora su Phenaki afferma che il modello può sfruttare grandi set di dati di immagini testuali per creare video, in cui gli utenti possono anche narrare e modificare scene automaticamente. Poiché è possibile abusare di schemi comuni per creare contenuti falsi e dannosi, Google afferma di aver adottato varie misure per ridurre questi rischi… (ridurre, non eliminare del tutto, ndr)
Attraverso vari test, l'azienda ha attaccato una sorta di "marchio" ai suoi strumenti, lasciando una traccia nel codice video dell'utilizzo di software come Imagen Video o Phenaki, per distinguerli dai film originali, produzioni del mondo reale.