A tracciare il quadro di come sia cambiata la fisionomia del settore sono i dati dell’annuale Osservatorio del Management Consulting in Italia, realizzato da Assoconsult. Si tratta, quest’ultima, dell’associazione di Confindustria che racchiude le principali società di consulenza di management. Lo studio è stato condotto in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata. La fisionomia, dicevamo, è cambiata: c’è infatti un divario ancora più ampio tra le grandi società di consulenza e quelle medio-piccole. Seppur in perdita, infatti, il fatturato delle società più prestigiose regge senza accusare eccessivamente il colpo. Le piccole, invece, e le medie, continuano a barcamenarsi per far quadrare i conti.
Per il primo anno, comunque, dopo una crescita durata ben sei primavere, l’intera filiera registra una perdita. Il fatturato complessivo del 2020 ammonta a 4,4 miliardi di euro, un dato simile a quello del 2018. Si registra insomma una perdita dell’8,9%. Il dato esponenziale riguarda proprio la crescita che le grandi imprese hanno in questo settore: oggi il confronto con le piccole e medie società è impari e vinto in partenza.
Le grandi imprese, ovvero quelle con 50 o più addetti, sono 35, ma mettono insieme il 56% del fatturato. La crescita va avanti da dieci anni: nel 2010, infatti, rappresentavano il 41% del fatturato. Un dato clamorosamente opposto a quello che riguarda le microsocietà, ovvero quelle con meno di 3 addetti. Sono 21mila ma incidono sul 19% del fatturato. Le piccole società, che contano tra 3 e 9 addetto, influiscono per il 13% del fatturato. Nel 2010 la tendenza era opposta: influivano al 16%.
L’ultima categoria riguarda quella delle medie imprese, che contano un numero di addetti tra i 10 e i 49: sono 460 e incidono sul 12% del fatturato. Nel 2010 rappresentavano il 14% della torta. Insomma, una concentrazione del guadagno nelle mani dei più potenti, che hanno maggiori risorse per attutire l’urto della crisi. Le stime per i prossimi tempi, infatti, ci dicono che le medie società di consulenza perderanno l’11,6%, facendo un salto nel tempo di quattro anni e tornando alle medie del 2017. Le piccole perderanno il 17,9%, mentre il passivo registrato dalle microsocietà sarà catastrofico: -27,8%. Le grandi società possono sorridere: manterranno un fatturato stabile, con una crescita media dello 0,1% rispetto al 2019.