Rugby. La Nafta Brindisi batte il Cus Foggia.
martedì 22 gennaio 2008

Brindisi, 22 gennaio 2008. Comincia nel migliore dei modi il girone di ritorno per la Nafta Brindisi. Sul proprio terreno di gioco, ridotto in condizioni davvero precarie, i ragazzi di coach Donato Fontò realizzano la vendetta sportiva nei confronti di quel Cus Foggia che li aveva battuti nella gara di andata.


La vittoria dei brindisini è frutto, prima, di una partenza impressionante, con due mete nei primi dieci minuti di gioco, e, poi, di un’attenta gestione della gara con il Foggia vanamente proteso a raddrizzare le sorti dell’incontro.


Ai dauni va concesso l’onore delle armi in quanto autori di una prestazione maiuscola che, per lunghi tratti dell’incontro, ha permesso loro di essere presenti nella metà capo avversaria.
Ora il Brindisi è ad una sola lunghezza dalla formazione garganica (che in settimana ha ottenuto cinque punti a tavolino per la gara contro l’AS Taranto), in una classifica, che, fatta eccezione per il Trepuzzi capolista solitaria, non è mai stata così equilibrata e incerta. Ad un solo punto dal Brindisi si è, infatti, portato il Bari, facilmente vittorioso sul Lecce.


La partita. Brindisi, che ritorna a fare affidamento sul seconda linea Ravone (al rientro da un infortunio) parte subito fortissimo. Dopo appena due minuti di gioco Alessandro Pinca va a segno capitalizzando una touche biancoazzurra a 5 metri dalla linea di meta. Il mediano di mischia biancazzurro è bravissimo ad infilare la difesa avversaria e depositare l’ovale oltre la linea di meta. Il Foggia appare frastornato ed accusa il colpo. Così, dopo appena cinque minuti, arriva il raddoppio dei padroni di casa. 


La seconda meta della Nafta è davvero spettacolare, di quelle che si vedono in categorie superiori:  una lunga azione alla mano in cui la palla parte da una fascia, arriva all’altra al termine di una lunga serie di ruck e passaggi alla mano conditi da offload (passaggio dell’ovale in caduta dopo un placcaggio), incroci e giocate di pregevole fattura. La meta del bravissimo 19enne Roberto Lattanzi rappresenta solo la naturale conseguenza del grande lavoro svolto dal resto della squadra.


Sembra tutto troppo facile, ma non è così. Incassato il colpo il Foggia si riorganizza dimostrando la bontà del proprio organico e la motivazione del secondo posto in classifica: i rossoneri cominciano lentamente a guadagnare terreno, sostando per lunghi tratti nella metà campo del Brindisi.


In questa fase il Brindisi palesa tutta la propria forza mentale e la potenza del gioco di squadra. Una difesa ordinata e veloci contrattacchi consentono agli adriatici di non corre eccessivi rischi ed incanalare la contesa sul binario di una condotta di gara imperniata sull’agevole controllo delle folate avversarie. Solo sul finire del primo tempo la spinta del Foggia, complice anche un Brindisi in inferiorità numerica per l’ammonizione di Di Matteo, diventa tamburellante. Gli ospiti si avvicinano pericolosamente alla linea di meta ma Brindisi tiene bene fino al fischio dell’arbitro che sancisce la fine del periodo di gioco.


Il secondo tempo inizia esattamente com’era finito il primo, con gli ospiti in avanti a spingere ed i padroni di casa a difendere nella propria metà campo. La pressione del Foggia è costante ma la solidità difensiva è ormai un tratto caratteristico della Nafta, così, nonostante gli sforzi profusi, i rossoneri non riescono mai a creare pericoli concreti.


La svolta arriva intorno alla metà della frazione di gioco. In rapida sequenza le due squadre rimangono in inferiorità numerica, con Fabrizio De Caro espulso a causa di un placcaggio giudicato eccessivamente alto e pericoloso. Gli animi si surriscaldano ed affiora qualche piccolo screzio. Da questa situazione è il Brindisi dei nervi saldi a trarre maggior profitto. Quando si ricomincia a giocare al rugby, il XV biancoazzurro viene fuori dalla propria metà campo con un prepotente break, al termine del quale il neoentrato Luconi viene fermato fallosamente mentre era lanciato in meta.


In molti invocano la meta tecnica (pur se l’azione di gioco si svolge abbastanza lontana dalla linea di meta) ma l’arbitro decide di assegnare una semplice punizione che Giuseppe De Caro trasforma portando il punteggio sul 13-0.


E’ il colpo del definitivo KO, perché da questo momento il Foggia cala, permettendo alla Nafta di guadagnare campo. Il Brindisi sfiora la terza marcatura con Cacciatore, protagonista di una lunga corsa di 40 metri, condotta saltando un nugolo di avversari, e con Cantanna, la cui bella corsa veniva vanificata da un’infrazione biancoazzurra.


La Nafta, comunque, anche a vittoria abbondantemente acquisita, non si scopre alla ricerca di altre mete. Anche perché, una marcatura del Foggia avrebbe ridotto il vantaggio in misura tale da consegnare un punto ai rivali (questo perché nel Rugby, anche in caso di sconfitta, un distacco pari o inferiore a 7 punti dà diritto ad un punto in classifica).


La fase finale del match, quindi, scorre senza particolari sussulti fino al fischio finale che arriva a sancire la vittoria brindisina per 13-0.  Occorre rimarcare – in conclusione – che a margine dell’incontro sono state raccolte centinaia di adesioni alla petizione popolare avviata dal comitato Ba.c.o. (Banca del cordone ombelicale) presieduto dal dott. Francesco Cucci.


Un’iniziativa fortemente voluta dal presidente Alfredo Malcarne per dare forza alla richiesta di realizzare a Brindisi la seconda banca del cordone ombelicale pugliese. Un piccolo grande aiuto per rendere possibile il prelievo e la conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale anche nell’ospedale “Antonio Perrino”, circostanza che consentirebbe al nosocomio brindisino di essere all’avanguardia nella cura di malattie quali leucemie, linfomi, talassemie e di alcune gravi carenze del sistema immunitario.