Il Papa non parla: i furbetti del Sapientino
Monday, January 21, 2008

Brindisi, 21 gennaio 2008.  Tra i 67 docenti dell’Università “La Sapienza” di Roma (fondata nel 1303 da Papa Bonifacio VIII) firmatari della famigerata lettera anti-Benedetto XVI, figurano tre nomi curiosi. Sono i proff. Cini (primo firmatario), Bernardini e Maiani.  Una “triade” con un passato ed un presente non molto laico ed abbastanza schierato. Procediamo con ordine.


Il mensile comunista “Il Manifesto” del maggio 1970 ci ricorda che l’allora 47enne prof. Cini intervenne ad un convegno del PCI di Ariccia criticandone il taglio poiché, secondo lui “lo sviluppo dell’elettronica in regime capitalistico serve a rendere il capitalismo ancora più forte”.  Proseguiva nell’analisi critica ricordando che in regime capitalista “la scienza diventa mezzo di produzione (e) dunque capitale, e in quanto tale si contrappone come potenza esterna all’operaio e lo schiaccia, rendendolo strumento di fini a lui estranei”.


Altro che investimenti sulla ricerca; altro che libertà ed autonomia della scienza. Il primo firmatario della lettera anti-Papa e neocondottiero di una crociata di scienziati, si scagliava contro il potere della scienza e della ricerca perché strumento di dominio del sistema capitalista. Il “compagno” Cini non poteva non concludere l’intervento con esempi di uso alternativo e corretto della scienza, nei paesi a guida comunista come Cuba, Cina e Vietnam, veri esempi di libertà democratiche.


Il prof. Bernardini è, forse, il più politicizzato poiché già senatore indipendente del PCI e del quale si occupò il grande Beppe Niccolai, più volte deputato del MSI nella sua rubrica “Rosso e Nero” del “Secolo d’Italia”. Scrive Niccolai a proposito di caste e baronìe universitarie contigue o vicine al PCI nella rubrica del 14 marzo 1979: “La famiglia Berlinguer, pur tenendosi molto defilata, esiste. Eccome se esiste! A parte don Enrico, segretario del PCI, il casato Berlinguer si dimostra ben piazzato. Su tutta l’area nazionale. Infatti il fratello di Enrico, che risponde al nome di Giovanni, ha veduto coronata dal successo la richiesta di portare da Sassari a Roma, dove svolge il mandato parlamentare, il posto di professore universitario. E con una operazione del tutto baronale, complice il ministro democristiano della Pubblica Istruzione, Malfatti, e il Preside della Facoltà diScienze di Roma, il senatore del PCI Carlo Bernardini.

Non basta. L’altro fratellino di Enrico, di nome Luigi, non è da meno. Professore universitario a Siena, consigliere regionale del PCI a Firenze, è anche funzionario del Monte dei Paschi di Siena. Tre stipendi tre”. Beppe Niccolai rincara la dose dalle colonne del “Secolo d’Italia” del 26 novembre 1983 (“Maestri e Padrini di un regime mafioso”): “Se non nel PCI, all’esterno, il cognome «Berlinguer» conta, pesa assai.

Infatti, attraverso quali «procedure» il prof. Giovanni Berlinguer, insegnante a Sassari presso quella Università, eletto deputato nel 1972 nella circoscrizione di Roma, ottiene, nel 1976, la cattedra a Roma?
Il ”Gruppo Universitario Alleanza Laica”, in una lettera al quotidiano ”la Nazione” del 24 luglio 1976, spiegava che la sistemazione a Roma dell’onorevole prof. Giovanni Berlinguer, parassitologo e professore di medicina sociale, era dovuta al ministro democristiano Malfatti che aveva assegnato al senatore del PCI Carlo Bernardini, Preside della Facoltà di Scienze di Roma, ben dieci cattedre, «prelevate» dal paniere segreto del ministro, una delle quali espressamente concessa per sistemare a Roma (dove già faceva politica) il fratello dell’onorevole Enrico Berlinguer, segretario del PCI”.


Lo stesso Carlo Bernardini, uno dei 67 firmatari della missiva contro Benedetto XVI, non appare – almeno da un punto di vista politico - una verginella infastidita nelle sue intimità da un bruto armato di Fede, Speranza e Carità. Lo stesso prof. Bernardini, inoltre, ha partecipato all’ultima edizione della Festa dell’Unità dibattendo sul tema “Quale energia per il futuro?”. E’ noto che la Festa dell’Unità è un appuntamento conviviale per pensionati in cerca di emozioni forti per stare lontani da mogli fastidiose.

Sempre Carlo Bernardini, a tempo perso, ha modo di partecipare anche come relatore ad una conferenza organizzata dall’Istituo Gramsci siciliano dal tema “Le ragioni della scienza nella società laica” il 1° febbraio 2006. Anche l’Istituto Gramsci, ovviamente, è un’associazione filantropica apartitica ed apolitica. Il prof. Carlo Bernardini è certamente uno che investe per la scienza; infatti fu lui a mettere sotto l’auto che guidava, nientepopòdimenoche la moglie del presidente Giorgio Napolitano (ex PCI) che attraversava la strada sulle strisce pedonali e procurandole una frattura della tibia con conseguente ricovero in ospedale. Un prof. distratto dai molti, troppi impegni, probabilmente.


Infine il prof. Maiani è quello che corre il rischio di restare con un pugno di mosche dato che era stato nominato presidente del CNR nell’ambito di una procedura di valutazione di un alto comitato di consulenza presieduto dal prof. Giorgio Parisi (anch’egli uno dei 67 firmatari) a sua volta nominato dal Ministro Mussi. Ministro Mussi che aveva caldeggiato in consiglio dei Ministri proprio il nome di Maiani.

Coincidenze? Congiunzioni astrali favorevoli alle pratiche indovine? Chissà. Sta di fatto che quella nomina è stata stoppata perché ha per protagonista un nome che certamente non dimostra di avere un
ruolo super partes.


Da tutta questa vicenda un dato emerge con chiarezza: le Università ed i centri del sapere sono ostaggio di una banda di estremisti ideologizzati che continuano ad abbeverarsi a culture pericolose.

I componenti di questa banda sono gli eredi naturali dei rivoltosi francesi del 1789 e della teppaglia rossa della guerra civile spagnola del 1936-1939 che assaltavano chiese e conventi, violentavano suore e frati per imporre una visione del mondo atea e materialista che ha procurato lutti, disastri, patimenti e miserie.



Gianvito Armenise