Brindisi rinnova il suo appuntamento con le “Giornate Europee del Patrimonio”, iniziativa promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) e con Autostrade per L’ Italia, che si svolgerà su tutto il territorio nazionale sabato 27 e domenica 28 settembre 2008.
Lo slogan scelto per l’edizione di quest’anno, “Le grandi strade della cultura: viaggio tra i tesori d’ Italia”, riassume il significato più profondo della manifestazione, finalizzata a valorizzare il patrimonio culturale, storico e paesaggistico dei singoli stati e a sviluppare nei cittadini europei la consapevolezza delle proprie radici comuni.
L’Ufficio Cultura del Comune di Brindisi propone per l’occasione un percorso di approfondimento relativo agli scambi culturali che hanno segnato la storia della nostra civiltà. “Brindisi e il dialogo interculturale” sarà il tema principale delle “Giornate Europee del Patrimonio”, in cui particolare attenzione sarà rivolta al legame esistente tra la nostra cultura e quella ebraica.
Uno studio condotto su documenti e ritrovamenti archeologici conferma, infatti, la presenza di una comunità ebraica a Brindisi fin dal IX secolo. Attraverso queste testimonianze è oggi possibile ricostruire il legame che nel corso dei secoli questi popoli hanno avuto con la nostra città.
Le “Giornate Europee del Patrimonio” si articoleranno in due momenti principali:
Sabato 27 settembre 2008 alle ore 19.00, presso l’ex Convento Santa Chiara, si terrà l’incontro sul tema “Tracce della comunità ebraica a Brindisi dai primi del ’400 al secondo dopoguerra”. In una sala allestita all’ interno dell’ ex Convento sarà possibile ammirare alcune pergamene del XIV e XV secolo che attestano la presenza degli ebrei nella città di Brindisi.
Parteciperanno all’iniziativa il Sindaco Domenico Mennitti, la direttrice della Biblioteca Arcivescovile “A. De Leo” Katiuscia Di Rocco e il Prof. Daniele De Luca, docente di Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università del Salento.
Domenica 28 settembre alle 20.30 in piazza Duomo sarà la volta del “Cabaret Yiddish” (teatro musicale), di cui sarà protagonista l’attore, cantante e compositore di origini ebraiche Moni Ovadia.
La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’ Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono gli ingredienti principali di questo spettacolo. “Cabaret Yiddish”, a cura della TheaterOrchestra, è incentrato su un’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica, dal racconto orale alla fisicità della danza. È quello che Moni Ovadia chiama il “suono dell’ esilio, la musica della disperazione”, in una parola della diaspora.
La musica Klezmer deriva dalle parole ebraiche Kley zemer , che si riferiscono agli strumenti musicali (violino ed archi in genere, clarinetto) con cui si suonava la musica tradizionale degli Ebrei dell’ Est europeo a partire dal XVI secolo. La TheaterOrchestra si rifà all’incrocio di stili, all’ alternanza continua dei toni e degli umori che pervadono quella tradizione; dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga all’ esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete. Ciò che viene proposto non è una rivisitazione filologica né una fedele ripresa del Klezmer; si tratta piuttosto di un suo uso libero, che mantiene il clima e l’impronta di secoli di pratica musicale nata e cresciuta a contatto con le civiltà polacca, ceca e bielorussa, arricchitasi grazie a un fertile interscambio con la cultura musicale dell’altra grande diaspora europea, quella del popolo zingaro.