UILCEM Brindisi: anti-industrialismo costante nei 4 anni di Governo Errico & Mennitti
martedì 15 luglio 2008

In piena calura estiva, durante la quale si sprecano e si alternano le invettive e/o le buone intenzioni di personaggi e associazioni varie, legate in un modo o nell’altro, al mondo politico e produttivo del nostro territorio di Brindisi, ritorna, ma per la verità è stata una costante negli ultimi 4 anni di Governo Errico & Mennitti , il “tormentone dell’anti-industrialismo”, in particolare quello legato al nostro già martoriato Petrolchimico.


Non si capisce bene perché, o per quale interesse, ogni qual volta si deve trovare una motivazione o un capro espiatorio, per dipingere e mettere in evidenza, strumentalmente secondo il nostro punto di vista, la pericolosità della nostra zona industriale, si ricorre puntualmente ad elencare presunti “rischi di incidenti rilevanti” che possono essere causati dalle aziende presenti in quel sito da diversi anni.


E questa volta lo si è fatto dettagliandone anche le relative produzioni di tutte le aziende, comprese quelle situate al di fuori del perimetro del Petrolchimico,
Pertanto ci rendiamo conto che vedendo sfumare le legittime pretese di parte delle Istituzioni Locali, per le oramai note vicende riguardanti il Rigassificatore della LNG, divenuto l’esclusivo cavallo di battaglia dell’intera legislatura Errico & Mennitti, in particolare dopo l’ennesimo giudizio positivo, questa volta da parte dei “Tecnici qualificati dei Vigili del Fuoco del Dipartimento Regionale, e non di parte o di Notai, Dottori e Avvocati vari, i quali hanno confermato la bontà del Nulla Osta di Fattibilità rilasciato nell’ottobre del 2002, si deve tornare per forza di cose a rialzare i toni della polemica e a riprendere quella guerra psicologica, rievocando quel catastrofismo esasperato, naturalmente inesistente che in altri tempi ha fatto presa sui cittadini.


Ora, non sarebbe serio né professionale da parte nostra, come tecnici-lavoratori di un sistema industriale, non confermare che il nostro sito è catalogato a rischio di incidente rilevante e non è quindi una fabbrica di cioccolatini.


Sarebbe altrettanto intellettualmente onesto però, fornire da parte di chi aspramente critica questo mondo produttivo che per ben 40 anni ha letteralmente trascinato l’economia dell’intera provincia di Brindisi, i dati sui “presunti incidenti catastrofici” e anche quelli sugli “infortuni sul lavoro”che avvengono in quelle realtà, per confrontarli poi con quelli di altri siti, magari con quelli di Taranto, visto che il nostro Assessore Regionale Losappio, non perde occasione per rimarcare la volontà di portare avanti il progetto del Rigassificatore di Taranto a discapito di quello di Brindisi, per rendersi così conto che stiamo parlando di una realtà industriale, appunto quella di Brindisi, tra le più sicure in Europa.


Qualche settimana fa, il Segretario della Uil Licchello, sottolineava la necessità di un “Patto per lo sviluppo” nell’esclusivo interesse dei nostri cittadini, i quali vivono una fase occupazionale ed economica oramai drammatica, ed i fatti di questi giorni lo dimostrano appieno, se casomai qualcuno ha ancora voglia di sottovalutare la piaga della disoccupazione.


E’ sconfortante leggere invece le proposte da parte di alcune Associazioni ambientaliste, che richiamano la necessità di incontrarsi per trovare nuove proposte in funzione, sì di uno sviluppo, ma “nuovo”, prendendo le distanze da quegli errori causati dalla vecchia politica che, a detta di loro, ha messo in ginocchio e mortificato il nostro territorio.


A parte che di questo “nuovo modello di sviluppo” ne abbiamo ormai piene le scatole, dopo cinque anni, se stiamo ancora alla fase delle proposte e dei progetti, difficilmente tutto questo può portare sviluppo ed occupazione (tranne che per quei pochi soliti intimi “consulenti”).


Così come non riusciamo a comprendere perché si parla con soddisfazione e con orgoglio, giustamente, del Distretto Aerospaziale e nulla è stato fatto per presentare un progetto anche per la chimica.


Come al solito due pesi e due misure, anche se qualcuno dovrebbe citare il Sindacato ed in particolare la UIL a livello regionale se si è firmato il protocollo d’intesa tra i presenti e non “i presunti presenti”.


Tutto ciò lo si evince non solo dalle dichiarazioni giornaliere dei nostri Responsabili Istituzionali e politici, ma anche dagli atti che si compiono come, il ritardo sulla convocazione del tavolo tecnico sull’Osservatorio della Chimica presieduto dalla Provincia, la non applicazione dell’Accordo Stralcio di Programma sulla Chimica che prevedeva la ricollocazione dei lavoratori ex Evc ed ex Dow, la non attivazione per dare seguito all’Accordo di Programma sulle Bonifiche, e infine l’emanazione del Documento sull’Area Vasta “Brindisi 2013”, dove si conferma l’assoluta volontà di non sviluppare nessuna nuova forma di insediamenti industriale, incompatibile secondo loro, con le vocazioni naturali del territorio.


Quindi ancora una volta manca quella volontà politica di perseguire la strada, già sperimentata con successo in gran parte del mondo, di integrazione tra sistema Industriale eco-compatibile con un sistema Culturale, di Ricerca, di Turismo, Agricolo e tutto quanto possa contribuire a far ripartire la nostra economia.


Brindisi, lì 15 luglio 2008


Carlo Perrucci - Segreteria Territoriale UILCEM Brindisi

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