Ostuni. Obiettivo Comune: non siamo convinti che sia sufficiente ribattezzare la formula politica per cambiare in meglio l’andamento dell’amministrazione
A distanza di un mese, il Partito Democratico di Ostuni torna a sollecitare la fine della fase tecnica e chiede che ad Ostuni nasca un governo politico con scelte di medio e lungo periodo. Secondo le notizie riportate dalla stampa locale, il PD della Città bianca sarebbe insoddisfatto dell’attuale fase amministrativa e auspicherebbe l’impegno diretto dei partiti, senza che ciò comporti una sostituzione degli assessori che, scelti per il loro tecnicismo, diventerebbero anche nominalmente politici e tanto basterebbe ad assicurare un migliore andamento dell’amministrazione.
Non siamo convinti che sia sufficiente ribattezzare la formula politica per cambiare in meglio l’andamento dell’amministrazione. Ci sfugge come il PD possa chiedere alle forze di centrodestra un accordo politico di lungo termine; le forze del centrodestra, al netto di qualche movimento nell'ambito della stessa area, sono quasi le stesse con le quali il PD, nel 2015, non poteva addivenire che ad un accordo tecnico: nel giro di sedici mesi (e proprio quando ci sarebbero i numeri per formare una maggioranza del solo centrodestra), il PD è passato dal “no” ad un governo di larghe intese per un periodo concordato, alla richiesta di proposte di accordi di lungo periodo,.
Capiamo che la genesi degli ultimi governi nazionali e di molte amministrazioni locali possa far ritenere irrilevante il risultato elettorale, ma siamo dell’idea che la scelta di avviare una fase politica così contrastante con l’esito delle elezioni del 2014, debba necessariamente essere legittimata dagli elettori.
Rispetto alle formule politiche e alle strategie in vista delle prossime elezioni amministrative, siamo più preoccupati dalla mancanza di risposte amministrative su diverse questioni che interessano la vita dei cittadini molto più delle alchimie dei partiti.
Dopo l’alluvione di settembre, ci sono strade comunali ancora impraticabili, i piani urbanistici e la zona 167 non sono più al centro dei pensieri della maggioranza, così come il piano delle coste e l’area portuale; il progetto degli orti urbani si è arenato, si tarda a prendere una decisione sulla chiusura del centro storico. In modo discutibile, sono state aumentate le aree a pagamento per i parcheggi, diverse opere pubbliche risultano non ultimate; si è persa l’occasione di spendere in servizi per il turismo scegliendo la più gratificante organizzazione di eventi, il sistema della raccolta dei rifiuti evidenzia una diminuzione del servizio fino ad oggi svolto.
Sono solo alcune delle questioni che dovrebbero essere dibattute e risolte se prevalesse la politica dell’incessante ricerca del bene comune e non quella del tatticismo politico che mostra, ancora una volta, limiti evidenti.