Il Castello Carlo V, attualmente, è la stella di punta del circuito culturale del Salento, rivalorizzato in ogni suo aspetto e funzione e trasformato in una suggestiva scenografia per eventi culturali di vario tipo, dalle mostre artistiche alle manifestazioni eno-gastronomiche, da centro di divulgazione delle tradizioni e delle ricchezze locali a luogo dove il turista si rivolge per avere informazioni. Il primo piano del Castello accoglie ora una prestigiosa mostra d’arte figurativa: i lavori di Ercole Pignatelli, dipinti e sculture dell’artista leccese donati all’amministrazione comunale che ha deciso, per l'occasione, di rendere gratuito l'ingresso al pubblico.
E’ superfluo specificare come ambientazioni meravigliose possano influenzare la pittura di un artista da sempre legato ad interpretazioni naturalistiche come Ercole Pignatelli, pittore molto legato al nostro territorio. Il Maestro, infatti, non dimentica mai quelle che sono le sue radici: la sua arte riporta infatti con una carica quasi sensoriale i profumi e i colori vividi del Salento. Un bagaglio non solo fatto di legami con la sua terra ma costituito da esperienze di vita, da incontri con grandi poeti ed artisti che in qualche verso hanno contribuito alla formazione della sua personalità.
Nelle opere di Pignatelli sono racchiusi il carattere e la vocazione decorativa restituiti dalla creatività dell’interpretazione di figure o giardini, che assumono connotazioni di miraggi. Un’emozione avvolge chi osserva Pignatelli lavorare: l’intensità dei colori e di come questi prendono corpo con un unico gesto veloce, l’immediatezza di una forma che acquista tridimensionalità con pennellate virtuosistiche e le sperimentazioni cromatiche che si trasformano in linee voluttuose o rigidi volumi.
La ricerca formale del pittore giunge a rendere la pesantezza di un soggetto in un tripudio di allegria e di gioia comunicate dall’energia del colore. Così le sue nature morte prendono vita caricandosi di quell’ironia che ha sempre contraddistinto il Maestro. I nudi femminili sovradimensionati, composti da forme geometriche in apparenza rigide, acquistano dalle sue mani monumentalità, sensualità e organicità. Dal legame con la realtà del proprio vissuto e allo stesso tempo dal visionario, nascono i lussureggianti intrecci di “germinazioni” capaci di rapire l’osservatore e di trascinarlo in un mondo di cromatismi sperimentali. Si evince la grande abilità del Maestro nella realizzazione di murali e dunque nell’aver rotto gli argini della tela e invaso una dimensione più consona all’esplosione di colore, regalato dai tralci nodosi che sublimano le emozioni di una natura fantastica in grado di rapire l’osservatore.
Note biografiche
Ercole Pignatelli nasce a Lecce nell’aprile del 1935. Inizia presto a dipingere. Si trasferisce a Milano giovanissimo, negli anni Cinquanta, con l’intento di coniugare le sue radici con l’arte internazionale. Qui rimane subito folgorato dalla mostra di Picasso che si tiene a Palazzo Reale nel 1953, e ogni giorno, per un mese intero, non manca di visitare le opere dell’artista catalano, che saranno fondamentali per la sua formazione. Incontra e conosce tantissimi personaggi: Salvatore Quasimodo, Ugo Mulas, Milena Milani, Lucio Fontana. Pignatelli inizia subito ad avere rapporti con importanti galleristi come Carlo Cardazzo, che diventa il suo primo mecenate e lo presenta al Cavallino di Venezia dove incontra il poeta Raffaele Carrieri che gli dedica il primo articolo su Epoca. E ancora, Peppino Palazzoni, collezionista e poi direttore della Galleria Blu che gli commissiona alcuni dipinti. Già nel novembre del 1954 Pignatelli, a Milano, vince il premio San Fedele per i giovani. Da questo momento, riconosciuto immediatamente dall’ambiente culturale di Milano come un prodigio, Pignatelli avrà un percorso artistico caratterizzato da un susseguirsi di riconoscimenti , partecipando alla cultura figurativa europea con la forza della sua originalità coniugata alle proprie capacità di disegno, composizione e lettura approfondita delle emozioni. I soggetti prediletti sono i paesaggi e negli ultimi anni le “oasi”, i “basamenti”, i “nocturna lucent” e “le acrobati” che risentono l’influsso di Picasso. Il paesaggio del Salento rimane sempre molto caro all’artista. Molte opere di Pignatelli sono presenti in musei e collezioni private in Italia e all’estero.
Alfonso D., trentaduenne, guida turistica: “Bello confrontarsi con la sua arte, con la sua vita, con la sua storia, con la sua evoluzione attraverso il suo percorso artistico, non ancora fermo, ma in continuo movimento. Pignatelli rievoca la simbologia della sua provenienza, della sua nascita, la magica terra pugliese nelle sue opere. Evidenti nelle sue tele il gesto autentico e la mescolanza di colori e forme, creando una inconsapevole magia agli occhi degli spettatori come me".
Pierluigi N., quarantacinquenne, magistrato: “La sua forza, la sua vitalità, l’amore e l’entusiasmo che mette in quello che fa è evidente attraverso i suoi occhi. La sua grande esperienza viene messa a servizio del pubblico, posto al centro della sala, seduto ad ammirare l’eroe senza tempo che si confronta con la tela sul ring. E’ un grande maestro, uno degli ultimi di una generazione di grandi artisti italiani”.
Giangiacomo M., cinquantottenne, neurologo: “Ho avuto oggi, finalmente, l’onore di vedere dal vivo le sue opere. Ho la pelle d’oca. La tela bianca è da sempre per Ercole il suo palcoscenico, nel quale trasferisce il suo istinto indomabile e la sua creatività che muta costantemente in base alle sue scelte pittoriche. E’ la magia dell’arte allo stato puro. Pignatelli in un modo o nell’altro, riesce a sorprendere ed a stupire sempre tutti sia i critici d’arte che il suo fedele pubblico. Capace di colpire, stupire, sedurre ogni suo singolo seguace”.
Dedico al maestro questo passo di Marguerite Yourcenar: “Lo strano impulso dell’artista consiste nel sovrapporre ai brulicanti aspetti del mondo reale una folla di figurazioni nate dal suo spirito, dal suo occhio e dalle sue mani”.
In bocca al lupo Maestro Pignatelli!
Scritto da Ilaria Solazzo.