Giornata conclusiva a Bari della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti.
giovedì 10 marzo 2016
Una tre giorni di intenso lavoro, di riflessione, di “lente di ingrandimento”  su tutte le criticità ambientali e sui rifiuti che sono emerse. La “missione pugliese” della  Commissione Parlamentare di inchiesta sui rifiuti che nel pomeriggio di giovedì ha  fatto tappa presso la Prefettura di  Bari.

Ed era presente, tra gli altri, il Presidente della  Regione Puglia  Michele Emiliano, che dovrà  prendere atto sicuramente di problematiche e criticità già note ed  evidenziate dalla  Commissione. Per il territorio brindisino, nell’audizione, era   presente il Commissario prefettizio al Comune di  Brindisi Cesare Castelli, oltre al senatore  Pietro  Iurlaro.

Per il Presidente della Commissione bicamerale Alessandro Bratti  “in Puglia ci sono tante criticità, che vanno dalla raccolta differenziata ancora a livelli molto bassi al fatto conclamato che  non c’è un’ impiantistica di chiusura del ciclo”.
Insomma, quanto dichiarato  ultimamente anche da Emiliano, che ha tra l’altro  ammesso le incapacità  delle varie giunte regionali degli ultimi  anni di risolvere la  problematica. Ma Bratti  entra nello specifico:  “si è creata una grande confusione    tra discariche, inceneritori, biostabilizzazione. Se mancano gli impianti di chiusura  del  ciclo, è allora evidente che tutto diventa complicato, aumentano i costi e i problemi.  In Puglia,  a parte AMIU, strutture pubbliche di  particolare rilevanza non ce ne sono  “.

Ed  ecco il riferimento che, in un certo senso,è  anche collegabile  alla realtà a noi più vicina, quella brindisina, dove ristrette ma ben diramate lobby sui rifiuti l’hanno fatta da padrone in tutti questi  anni, provocando anche inchieste giudiziarie.  “C’è  un sistema privato molto diffuso, sia per la raccolta e spazzamento e sia per  i meccanismi di gestione dell’ impiantistica. Non ce l’ho con i privati, anzi, però una gestione molto frammentata del ciclo porta sempre, inevitabilmente, a situazioni di poca efficienza delle attività”.

Ed ecco Michele Emiliano, che ha fornito  le proprie risposte alla  Commissione:
“ho ribadito che non esistono impianti sufficienti a chiudere  il ciclo dei rifiuti, che il sistema non funziona e sono stato costretto a commissariare tutto per evitare una devastante emergenza. Sono consapevole di  dovermi  rimboccare le maniche. Dobbiamo sapere, nell’immediato, dove mandare  l’umido a prezzi  accessibili  senza  rovinare le tasche  dei  comuni e dei  cittadini e soprattutto costruendo  una filiare  industriale dei materiali  riciclabili.  In sostanza, dovremmo partire da  zero”.

Michele Emiliano ha aggiunto che in Puglia  vi sono diverse discariche pericolose  e siti  inquinanti. Come non pensare, tra  l’altro,  alle discariche di  Autigno e   Formica, situate praticamente a pochi metri  di distanza  l’una dall’altra e in una porzione del territorio brindisino (tra Brindisi e  San Vito dei Normanni) già devastata sotto il profilo ambientale da tanti anni.  I cittadini e  i vari comitati  e movimenti  attendono  risposte immediate e significative da  parte delle istituzioni e la  Regione  Puglia.   “In Puglia  non è stata portata a termine alcuna bonifica – ha affermato il  governatore – se non quelle della ex Fibronit e  dell’ ex Gasometro nel Comune di Bari.  Abbiamo preso  l’impegno a bonificare  tutte le discariche illegali che non siano in rese qualche modo  legittime da parte del Parlamento. Dentro  l’Ilva, ci sono discariche che erano illegittime, senza  praticamente avere i requisiti, che sono state rese legali attraverso il decreto Ilva”.

Articolo di Ferdinando Cocciolo.