Una tre giorni di intenso lavoro, di riflessione, di “lente di ingrandimento” su tutte le criticità ambientali e sui rifiuti che sono emerse. La “missione pugliese” della Commissione Parlamentare di inchiesta sui rifiuti che nel pomeriggio di giovedì ha fatto tappa presso la Prefettura di Bari.
Ed era presente, tra gli altri, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che dovrà prendere atto sicuramente di problematiche e criticità già note ed evidenziate dalla Commissione. Per il territorio brindisino, nell’audizione, era presente il Commissario prefettizio al Comune di Brindisi Cesare Castelli, oltre al senatore Pietro Iurlaro.
Per il Presidente della Commissione bicamerale Alessandro Bratti “in Puglia ci sono tante criticità, che vanno dalla raccolta differenziata ancora a livelli molto bassi al fatto conclamato che non c’è un’ impiantistica di chiusura del ciclo”.
Insomma, quanto dichiarato ultimamente anche da Emiliano, che ha tra l’altro ammesso le incapacità delle varie giunte regionali degli ultimi anni di risolvere la problematica. Ma Bratti entra nello specifico: “si è creata una grande confusione tra discariche, inceneritori, biostabilizzazione. Se mancano gli impianti di chiusura del ciclo, è allora evidente che tutto diventa complicato, aumentano i costi e i problemi. In Puglia, a parte AMIU, strutture pubbliche di particolare rilevanza non ce ne sono “.
Ed ecco il riferimento che, in un certo senso,è anche collegabile alla realtà a noi più vicina, quella brindisina, dove ristrette ma ben diramate lobby sui rifiuti l’hanno fatta da padrone in tutti questi anni, provocando anche inchieste giudiziarie. “C’è un sistema privato molto diffuso, sia per la raccolta e spazzamento e sia per i meccanismi di gestione dell’ impiantistica. Non ce l’ho con i privati, anzi, però una gestione molto frammentata del ciclo porta sempre, inevitabilmente, a situazioni di poca efficienza delle attività”.
Ed ecco Michele Emiliano, che ha fornito le proprie risposte alla Commissione:
“ho ribadito che non esistono impianti sufficienti a chiudere il ciclo dei rifiuti, che il sistema non funziona e sono stato costretto a commissariare tutto per evitare una devastante emergenza. Sono consapevole di dovermi rimboccare le maniche. Dobbiamo sapere, nell’immediato, dove mandare l’umido a prezzi accessibili senza rovinare le tasche dei comuni e dei cittadini e soprattutto costruendo una filiare industriale dei materiali riciclabili. In sostanza, dovremmo partire da zero”.
Michele Emiliano ha aggiunto che in Puglia vi sono diverse discariche pericolose e siti inquinanti. Come non pensare, tra l’altro, alle discariche di Autigno e Formica, situate praticamente a pochi metri di distanza l’una dall’altra e in una porzione del territorio brindisino (tra Brindisi e San Vito dei Normanni) già devastata sotto il profilo ambientale da tanti anni. I cittadini e i vari comitati e movimenti attendono risposte immediate e significative da parte delle istituzioni e la Regione Puglia. “In Puglia non è stata portata a termine alcuna bonifica – ha affermato il governatore – se non quelle della ex Fibronit e dell’ ex Gasometro nel Comune di Bari. Abbiamo preso l’impegno a bonificare tutte le discariche illegali che non siano in rese qualche modo legittime da parte del Parlamento. Dentro l’Ilva, ci sono discariche che erano illegittime, senza praticamente avere i requisiti, che sono state rese legali attraverso il decreto Ilva”.
Ed era presente, tra gli altri, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che dovrà prendere atto sicuramente di problematiche e criticità già note ed evidenziate dalla Commissione. Per il territorio brindisino, nell’audizione, era presente il Commissario prefettizio al Comune di Brindisi Cesare Castelli, oltre al senatore Pietro Iurlaro.
Per il Presidente della Commissione bicamerale Alessandro Bratti “in Puglia ci sono tante criticità, che vanno dalla raccolta differenziata ancora a livelli molto bassi al fatto conclamato che non c’è un’ impiantistica di chiusura del ciclo”.
Insomma, quanto dichiarato ultimamente anche da Emiliano, che ha tra l’altro ammesso le incapacità delle varie giunte regionali degli ultimi anni di risolvere la problematica. Ma Bratti entra nello specifico: “si è creata una grande confusione tra discariche, inceneritori, biostabilizzazione. Se mancano gli impianti di chiusura del ciclo, è allora evidente che tutto diventa complicato, aumentano i costi e i problemi. In Puglia, a parte AMIU, strutture pubbliche di particolare rilevanza non ce ne sono “.
Ed ecco il riferimento che, in un certo senso,è anche collegabile alla realtà a noi più vicina, quella brindisina, dove ristrette ma ben diramate lobby sui rifiuti l’hanno fatta da padrone in tutti questi anni, provocando anche inchieste giudiziarie. “C’è un sistema privato molto diffuso, sia per la raccolta e spazzamento e sia per i meccanismi di gestione dell’ impiantistica. Non ce l’ho con i privati, anzi, però una gestione molto frammentata del ciclo porta sempre, inevitabilmente, a situazioni di poca efficienza delle attività”.
Ed ecco Michele Emiliano, che ha fornito le proprie risposte alla Commissione:
“ho ribadito che non esistono impianti sufficienti a chiudere il ciclo dei rifiuti, che il sistema non funziona e sono stato costretto a commissariare tutto per evitare una devastante emergenza. Sono consapevole di dovermi rimboccare le maniche. Dobbiamo sapere, nell’immediato, dove mandare l’umido a prezzi accessibili senza rovinare le tasche dei comuni e dei cittadini e soprattutto costruendo una filiare industriale dei materiali riciclabili. In sostanza, dovremmo partire da zero”.
Michele Emiliano ha aggiunto che in Puglia vi sono diverse discariche pericolose e siti inquinanti. Come non pensare, tra l’altro, alle discariche di Autigno e Formica, situate praticamente a pochi metri di distanza l’una dall’altra e in una porzione del territorio brindisino (tra Brindisi e San Vito dei Normanni) già devastata sotto il profilo ambientale da tanti anni. I cittadini e i vari comitati e movimenti attendono risposte immediate e significative da parte delle istituzioni e la Regione Puglia. “In Puglia non è stata portata a termine alcuna bonifica – ha affermato il governatore – se non quelle della ex Fibronit e dell’ ex Gasometro nel Comune di Bari. Abbiamo preso l’impegno a bonificare tutte le discariche illegali che non siano in rese qualche modo legittime da parte del Parlamento. Dentro l’Ilva, ci sono discariche che erano illegittime, senza praticamente avere i requisiti, che sono state rese legali attraverso il decreto Ilva”.
Articolo di Ferdinando Cocciolo.