Sulla Tap la Lega Tumori leccese passa all’attacco, dopo avere già da tempo espresso la contrarietà al progetto. E’ stato inviato un esposto scritto in Procura che sta già facendo rumore. “ Si ritiene che il progetto abbia importanti ricadute in senso negativo sull’ambiente e quindi sulla salute della popolazione” – è scritto nell’ esposto. Il riferimento, in particolare, è “alle emissioni onshore e offshore, le emissioni di emergenza, i lunghi tunnel interrati.
Un documento ben circostanziato che in sostanza ricostruisce il contesto il cui il gasdotto con approdo a Melendugno si inserisce. Afferma la Lega Tumori: “il quadro sanitario è ormai chiaro: troppi tumori, come confermato dal Report Ambiente e Salute. Dall’esposto – documento si evince che “l’ incidenza delle neolpasie polmonari negli uomini è maggiore di quella riscontrata nelle zone urbanizzate del Centro Nord (con un tasso standardizzato pari a 87.6 per 100.000 contro un dato medio di 72.9 per 100.000 nelle regioni del Nord Italia e di 63.8 per 100.000 nelle regioni del Sud”.
Ma cosa c’entra tutto questo con la Tap? Spiega Giuseppe Serravezza, responsabile scientifico della Lega Tumori: “ E’ scientificamente ormai acquisito che il 90% dei casi di cancro è dovuto alla presenza nell’ambiente, inteso in senso lato, dei fattori di rischio oncologico. Pertanto, se nel Salento il cancro è in stato di avanzamento e miete sempre più vittime, coinvolgendo anche fasce di età prima non toccate dalla malattia, ciò è chiaro indizio di un grave stato di sofferenza ambientale. Ciò obbliga moralmente tutte le istituzioni alla massima sorveglianza sulle scelte di sviluppo economico e sugli effetti impattanti di ulteriori insediamenti industriali “.
In pratica, la grande e significativa motivazione che ha spinto la Lega Tumori a chiedere alla Magistratura di “prendere in esame il progetto Tap per un’ approfondita analisi e conseguente valutazione, al fine, soprattutto di scongiurare ulteriori aggravi a danno della salute pubblica, già gravemente compremessa”.
Un documento ben circostanziato che in sostanza ricostruisce il contesto il cui il gasdotto con approdo a Melendugno si inserisce. Afferma la Lega Tumori: “il quadro sanitario è ormai chiaro: troppi tumori, come confermato dal Report Ambiente e Salute. Dall’esposto – documento si evince che “l’ incidenza delle neolpasie polmonari negli uomini è maggiore di quella riscontrata nelle zone urbanizzate del Centro Nord (con un tasso standardizzato pari a 87.6 per 100.000 contro un dato medio di 72.9 per 100.000 nelle regioni del Nord Italia e di 63.8 per 100.000 nelle regioni del Sud”.
Ma cosa c’entra tutto questo con la Tap? Spiega Giuseppe Serravezza, responsabile scientifico della Lega Tumori: “ E’ scientificamente ormai acquisito che il 90% dei casi di cancro è dovuto alla presenza nell’ambiente, inteso in senso lato, dei fattori di rischio oncologico. Pertanto, se nel Salento il cancro è in stato di avanzamento e miete sempre più vittime, coinvolgendo anche fasce di età prima non toccate dalla malattia, ciò è chiaro indizio di un grave stato di sofferenza ambientale. Ciò obbliga moralmente tutte le istituzioni alla massima sorveglianza sulle scelte di sviluppo economico e sugli effetti impattanti di ulteriori insediamenti industriali “.
In pratica, la grande e significativa motivazione che ha spinto la Lega Tumori a chiedere alla Magistratura di “prendere in esame il progetto Tap per un’ approfondita analisi e conseguente valutazione, al fine, soprattutto di scongiurare ulteriori aggravi a danno della salute pubblica, già gravemente compremessa”.
Articolo di Ferdinando Cocciolo.