Un più approfondito approccio scientifico su Torchiarolo
Thursday, February 18, 2016
La presentazione del “Report Ambiente e Salute in Provincia di Lecce” del 15 febbraio 2016 ha evidenziato la gravità delle emissioni di Cerano e Taranto sulla morbilità della popolazione salentina; il rapporto ha evidenziato, finalmente, la reale incidenza degli incombusti immessi in atmosfera dalle centrali alimentate a carbone e dal restante apparato industriale.

Il prof. dott. Francesco Magno  scrive al Presidente della Regione  Puglia, di seguito il testo integrale

Fa piacere il “piglio” con il quale Ella, Presidente Emiliano, intende affrontare la “decarbonizzazione” dei due poli energetici a carbone, a prescindere se la riconversione delle centrali a metano sia possibile o meno e/o quale sia l’incidenza sui costi; se l’obiettivo politico è l’eliminazione del carbone, giustificato da tutta una serie di considerazioni, ben venga la forzatura sul Governo ed il “peso” della produzione energetica della R.P. rispetto a quella nazionale.

E’ del tutto condivisibile anche la Sua dichiarazione secondo la quale la “battaglia della decarbonizzazione non deve avere colori politici ma si deve basare sull’approccio scientifico, ragionando appunto sui dati”.

Va benissimo, avendo sempre ritenuto e scritto che l’approccio scientifico e, quindi, la certezza dei dati, fosse la strada da seguire; tutto ciò partendo proprio da Torchiarolo ove, ritengo, il richiamato approccio non è stato voluto proprio dalla Regione, ancor prima della Sua presidenza e da ARPA.

Il riferimento è alla richiesta del Comune di Torchiarolo, nella persona del precedente Sindaco Del Coco e di Legambiente, di permettere che sul “Piano di Risanamento” per Torchiarolo, dovuto al continuo annuo superamento delle concentrazioni limite del PM10, fosse fatta la Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Tale strumento avrebbe permesso, approfondendo l’approccio scientifico, di conoscere meglio la composizione dei campionamenti dei filtri di PM10 e PM2,5 della centralina sita alla Via Don Minzoni e, quindi, dirimere ogni possibilità di confondere il “carbonio” riveniente dalla combustione della biomassa fresca (camini domestici), dal “carbonio” derivante, invece, dalle emissioni di carbone incombusto dal camini di Cerano e di “particolato sottile” di carbone riveniente dal carbonile e dal nastro trasportatore.
Affermare nel “Piano”, impropriamente, che il contributo da parte della combustione della biomassa fresca dai camini domestici è “circa il 92 %”, mentre dai riscontri dell’ARPA stessa è dell’ordine del 7,76 %, non credo sia conforme all’approccio scientifico al quale, correttamente, Ella faceva riferimento.

Lei Presidente Emiliano segue, con determinazione e convinzione, una propria azione politica che vorrebbe portare a “decarbonizzare” Cerano ed Ilva, in contrasto, però, con la precedente presidenza Vendola e con una dubbia posizione di ARPA.
Infatti, non si intuisce per quale motivo il Prof. Assennato sottolinea (Quotidiano Lecce del 16/02/16  pag. 23) che le “emissioni di ILVA e Cerano sono più pericolose dei tanto citati camini di Torchiarolo perché contengono una percentuale più alta di diossina e di altri inquinanti la cui relazione con l’insorgenza tumorale è ormai provata scientificamente” e poi supporta l’amministrazione Vendola, in sede amministrativa (TAR e Consiglio di Stato), contro la richiesta di VAS sul Piano di Risanamento di Torchiarolo.

Quella stessa amministrazione regionale che:

- non si è costituita parte civile nel processo contro dirigenti ENEL per “imbrattamento, insudiciamento, getto di cose, ecc.” dovuto, per l’accusa, allo spandimento nei terreni agricoli di polverino di carbone;

- chiede al TAR ed al Consiglio di Stato che nel ricorso per la VAS di Torchiarolo, sia ammessa anche l’ENEL;

- impone, nel “Piano di Risanamento” di Torchiarolo l’utilizzo di filtri per i camini domestici e nulla dice in merito all’accordo di programma fra l’attuale sindaco ed Enel per il finanziamento, da parte di ENEL, dell’acquisto dei filtri e della stessa posa in opera.

- ecc.

Infine, proprio sui “filtri” allocati nelle abitazioni dei cittadini di Torchiarolo intendo soffermarmi per evidenziare che l’attuale sindaco ha, in data 13/10/2015 ha emesso l’Ordinanza n. 71 relativa al “divieto di accensione caminetti e stufe a legno”; tale Ordinanza imponeva, ai residenti posti in un’area circoscritta nell’intorno della centralina di Via Don Minzoni, il divieto dell’utilizzo dei caminetti domestici, pur fornendo la possibilità di altri sistemi di riscaldamento messi a loro disposizione.

Ebbene, pur con tutti i caminetti spenti, dal 14/10/15 al 31/12/15, in soli 76 giorni si sono registrati nella centralina di Via Don Minzoni, ben 32 sforamenti di PM10 oltre il limite di concentrazione di 50 ?g/Nmc; inoltre, al 16/02/16 e per soli 46 giorni, ulteriori 20 sforamenti.

A ciò si aggiunga che, su richiesta dell’attuale sindaco di Torchiarolo, in data 23/12/2015 e nelle ore serali fra le 20,30 e le 22,30, con vento proveniente da NNO e quindi “sottovento” rispetto ai fumi della centrale di Cerano, ARPA mediante l’uso di un monitor portatile, ha verificato  le concentrazioni di PM10, rilevando:

- in prossimità della centralina di Via Don Minzoni valori di concentrazione di PM10 compresi in un range fra 118 – 350 ?g/Nmc (limite giornaliero 50 ?g/Nmc);

- in Via Quasimodo 18, valori variabili da 80 a 190 ?g/Nmc, ben oltre il limite giornaliero;

- in Via Carso angolo Via Fanin ben 300 ?g/Nmc;

- in Via Fanin 132, nei pressi della centralina periurbana della stessa Via Fanin, ben 174 ?g/Nmc.

Dopo tali gravi rilevazioni, non mi risulta sia stata attivata alcuna azione mirata alla salvaguardia della salute dei Cittadini, anche in virtù del fatto, come riportato nel verbale, che l’EPA (Ente per la Protezione Ambiente americano) “fissa in 150 ?g/Nmc il limite oltre il quale possono manifestarsi, in soggetti sensibilizzati e vulnerabili (anziani e bambini), disturbi dell’apparato respiratorio e situazioni di rischio alle quali può essere esposta la popolazione”.

Eppure tutti i caminetti e le stufe a legno domestiche, rientranti nella perimetrazione dell’Ordinanza sindacale, erano spenti!

In definitiva, egregio Sig. Presidente, proprio in virtù di quello “approccio scientifico” al quale Ella ha fatto giustamente riferimento, non ritiene che sia utile attivare la procedura di VAS su Torchiarolo e ritirare l’opposizione della Regione avverso tale procedimento ambientale ?

Proprio in virtù di uno slittamento a luglio della sentenza degli Ermellini, credo sia possibile anche approfondire, attraverso le indicazioni tecnico-scientifiche riportate nelle “osservazioni” al Piano di Risanamento di Torchiarolo, dallo stesso comune e da Legambiente, la conoscenza della reale incidenza della centrale di Cerano su Torchiarolo.   
Distinti saluti.
prof. dott. Francesco Magno