Si è tenuto ieri, 22 gennaio, presso l’accogliente sede dell’Accademia del tempo libero (associazione culturale costituita nel luglio scorso allo scopo di fare e diffondere cultura), il secondo incontro: “Appuntamenti con la natura”, dal titolo “L’origine del linguaggio”, con il dott. Cosimo Massimo Argentieri, dell’azienda agricola biologica “I Giardini di San Biagio”.
Quello di ieri, è stato un incontro, un momento per scrutare e raccontare in una chiave tanto inusuale quanto interessante e cogente, il percorso del linguaggio e le esperienze che si porta dietro, fino ad arrivare al fatidico nome, con il quale oggi conosciamo l’alimento oggetto dell’appuntamento. L’appuntamento, ieri, era con il BROCCOLO. Partire, quindi, dalla parola per comprenderne il significato e la storia, rappresenta un nuovo approccio, un percorso interessante su come le parole sono nate, dapprima, come suono onomatopeico, per arrivare fino alla loro composizione; il nostro broccolo deriva dal dittongo consonantico BR che è alla base del termine, appunto, broccolo dal significato di forma allungata o quasi diminutiva di brocco, dal basso latino broccu-m che originariamente stette per dente, o anche secco, puntuto, spinoso, ma anche punta metallica o cavallo vecchio nel senso di gonfio, come qualcosa che dopo essere punta si gonfia, appunto, in senso negativo. In realtà la parola “broccolo”, si fa risalire all’originario elemento appuntito con il finale LO che ammorbidisce.
Come detto in precedenza, l’iniziativa, strettamente legata alle attività e ai prodotti della nota azienda agricola, oltre ad essere un momento di degustazione e quindi di coccole tra tisane, infusi, centrifugati ecc., vuole essere anche un momento di riflessione attiva sull’importanza intrinseca del prodotto e sul benessere che deriva dalla sua assunzione, strettamente connesse alla sua storia, che lo percorre e che si stigmatizza nel nome che porta.
Tutto ciò dice il dott. Argentieri nel suo complesso e pregnante racconto, “è e deve essere slegato dalla scienza e dalla tecnologia” che ci induce all’illusione della convinzione. Partendo dall’evoluzione dell’uomo fino all’Homo Sapiens sapiens e all’attuale Homo technologicus, l’imprenditore ha saputo trasmettere quello che è stato un percorso evolutivo dai primordi, fino alla consapevolezza dell’oltre, della trascendenza, che il dott. Argentieri equipara non a torto alla natura. “Il nostro problema oggi – dice - è che siamo diventati supponenti cioè guardiamo alla natura come un qualcosa che possiamo e vogliamo controllare, violando le regole che le appartengono da sempre”.
Il rispetto della natura, quindi, dei suoi naturali cicli, deve essere alla base di un nuovo rapporto di equità tra natura e uomo che ne fa parte e non già di prevaricazione. “Utilizzare” la natura in senso olistico, attraverso un approccio conoscitivo dettato dal valore morale, perché in questo risiede in modo sintetico il benessere, lo stare meglio.
Francesca ALPARONE