Il dramma di Claudio Critelli, un brindisino alla ricerca di Lavoro e Dignità.
Monday, November 9, 2015

Lavoro e Dignità, due “parole d’ordine”, due elementi basilari nella vita di un uomo, che non sempre sono scontati. A volte ci si mettono destino e sfortuna a “cambiare le carte in tavola“ e costringere così a soffrire, lottare, sperare, ma anche ad entrare nel baratro della depressione.


Quante volte, ad esempio, si è detto che ci vorrebbe una politica “più umana”, più vicina alla gente, che facesse più fatti rispetto alle (tante) parole. La strada è ancora lunga, bisogna affidarsi soprattutto a gente per bene, che si interessa, si impegna, per tentare di aiutare chi ha bisogno.


Brindisi, una città dove aumentano i casi drammatici di gente senza una casa e un lavoro, che chiede aiuto. Brindisi, una città che però, spesso, dimentica, “chiude gli occhi” di fronte a chi, invece, merita di essere ascoltato e attenzionato.


Ed allora subentra il ruolo del giornalista – cronista, quello di far sapere, raccontare i drammi, i bisogni, cercare di dare un contributo alla risoluzione delle problematiche. Incontriamo Claudio Critelli, un uomo di 53 anni, che ci racconta la sua storia, e scorgiamo nei suoi occhi un po’ di contentezza, speranza, un briciolo di commozione.


Una persona che, appunto, ha bisogno di lavoro e dignità, di ritrovare la vita. Una brutta storia,fatta di drammi, incidenti, malattie, depressione, ma anche di piccole risalite. Claudio non ha perso, nonostante il suo dramma, bellezza e solarità, quelle caratteristiche che vuole recuperare definitivamente. Claudio ha bisogno di fatti, non di prese in giro e parole che facilmente scorrono velocemente ma non portano a nulla.


Lui ha sempre lavorato (ha anche fatto le pulizie nei bus della STP), poi, improvvisamente, l’ evento che ha cambiato la sua vita.   “Nel 2006,sulla scalinata del Monumento al Marinaio al quartiere Casale, ho subito un grave incidente, di cui ancora porto segni e conseguenze. Un incidente, voglio ribadirlo, che da molti, compresi anche personaggi importanti, è stato spacciato per un suicidio. Cosa non vera, che probabilmente rientra in un “destino“ non piacevole per me, quello di portarsi dietro un marchio, che non corrisponde soprattutto alla mia persona. Ma io sono me stesso, una persona solare, onesta, che ha sofferto molto e ora vuole rinascere”.


Claudio non ha rabbia dentro, ne rancore con qualcuno. Lui vuole solo chiedere aiuto, per se e la propria famiglia.   “Dopo quell’ incidente, è stata praticamente una via crucis, tra operazioni, riabilitazione nell’ospedale di Ceglie Messapica. Uno stato di invalidità che mi ha fatto pensare di non farcela, brutti pensieri. L’INPS mi ha riconosciuto l’ invalidità completa, sino al 2013, quando poi è stata certificata al 72 %. Ora sto meglio, ma la mia spalla, ad esempio, è praticamente distrutta”.


Claudio abita al quartiere Sant’Elia con la madre, una sorella di 57 anni e un fratello di 46, entrambi disoccupati. Un dramma, uno scenario, che racconta senza esitazione, ma con la consapevolezza di trovarsi in una situazione non più sostenibile e accettabile. “ Come si fa ad andare avanti con una pensione di invalidità di 260 euro e senza un lavoro che ti dia coraggio e dignità ? Non posso neanche aiutare la mia famiglia. Ho la depressione addosso, voglio impegnare la mia giornata con dignità. Ho più volte chiesto aiuto all’ Amministrazione Comunale, ma senza risposta. Chiedo solo aiuto a chi può fare davvero qualcosa, un lavoro”.


Lavoro, dignità. Come detto, “parole d’ordine” a cui, anche e soprattutto la politica (quella vera) deve far fronte. Ma, purtroppo, non per tutti. Parole più volte pronunciate da Claudio Critelli, un uomo di 53 anni che vuole ancora dare tanto alla vita e alla propria città. Non voltiamogli le spalle.


Articolo  di Ferdinando   Cocciolo.