Corruzione, rivelazione del segreto di ufficio, peculato, concorso in abbandono incontrollato dei rifiuti. Con queste accuse sono scattate le manette a un Imprenditore edile e 5 componenti il corpo della forestale, due in carcere e 4 ai domiciliari. L’indagine è partita nel 2013 dalle dichiarazioni di un altro imprenditore e condotta dai carabinieri della compagnia di Brindisi al comando del capitano Luca Morrone. Agli arresti l’ imprenditore Vittorio Greco titolare di una ditta di costruzioni edili, e i cinque agenti della Corpo Forestale Gianfranco Asciano (41 anni), Domenico Galati (40 anni), Giovanni Bray (37 anni), Massimo Rosselli (41 anni) e Giovanni Rosselli (45 anni). Un’indagine cominciata attraverso pedinamenti e intercettazioni che ha fatto venire alla luce un particolare rapporto tra l’imprenditore Greco, e uno degli agenti della Forestale, condotta dal pm Milto De Nozza. L’Agente avrebbe fornito informazioni per lo scarico dei rifiuti nelle campagne informando l’imprenditore degli orari dei controlli così’ da evitarli, e poter scaricare i rifiuti provenienti dalle lavorazioni edilizie nelle campagne tra Brindisi e Tuturano. Durante il seguito delle indagini sarebbero stati accertati altri reati che coinvolgevano gli altri agenti. L’utilizzo dei telefoni servizio per scopi personali da parte di due agenti , e altri due invece sarebbero stati presi mentre timbravo l’ingresso a lavoro per poi andare da tutt’altra parte.
Tutti i coinvolti devono rispondere a vario titolo, di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e rivelazione di segreto di ufficio, nonché concorso in abbandono incontrollato di rifiuti, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Il procuratore capo della Procura di Brindisi Marco Dinapoli ha tenuto a sottolineare che resta profonda fiducia nel Corpo forestale dello Stato, e che i fatti sono addebitati ai singoli arrestati.
M.A.