La vicenda del Canile Comunale di Brindisi. Una storia che dura da parecchi anni, fatta di irregolarità, inadempienze, strafottenze, anche polemiche all’ interno della politica brindisina. Sino all’ultimo capitolo di lunedì mattina: blitz dei Carabinieri (Comando Provinciale di Brindisi e i NAS di Taranto) con il sequestro della struttura sita in Contrada Santa Lucia. Una serie di irregolarità, tra l’altro denunciate da diverso tempo dai gruppi consiliari brindisini di Centro Destra (di cui continuiamo a parlare a parte), che, è questa la verità, esistono da molti anni, al di là dei controlli effettuati e delle amministrazioni comunali che si sono succedute. Le violazioni sono relative a “irregolarità nella manutenzione e conformità della struttura e in primo luogo nella detenzione dei cani”. E’ stato constatato e verificato ufficialmente che “la struttura ospita un numero di cani superiore a quello consentito, presenta precarie condizioni igieniche sanitarie e con un utilizzo di ricovero per cani realizzato abusivamente e sprovvisto delle necessarie prescrizioni amministrative“.
Ufficialmente la struttura è “sotto sequestro ma con facoltà d’uso”. Nei verbali sottoscritti dai militari si precisa che “i cani presenti sono in buon stato di nutrizione”. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da forti polemiche, ad esempio, tra il Consigliere Comunale Massimiliano Oggiano e l’Assessore all’Ambiente Antonio Monetti. Ognuno svolge il proprio ruolo ( Monetti, ufficialmente, dopo un sopraluogo con la commissione preposta, dichiarò il canile in regola ma con problematiche strutturali), ma è chiaro che le responsabilità vanno suddivise in molti e in questo contesto la politica ha le sue colpe.
E intanto il Sindaco di Brindisi Mimmo Consales, nel febbraio scorso, attivava le procedure per la rescissione del contratto con l’Associazione Temporanea di Impresa “Brunda-Terraviva” che si occupa del servizio integrato di gestione del rifugio-canile sanitario comunale.
A quando la prossima puntata ?
Articolo di Ferdinando Cocciolo.