Nei giorni scorsi le Associazioni ambientaliste hanno chiesto ai candidati alle elezioni politiche del prossimo aprile di esprimersi sul tema dell’impianto di rigassificazione proposto dalla Brindisi LNG.
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Per quanto mi riguarda non ho alcuna difficoltà a ribadire la posizione contraria a tale insediamento, ripetutamente espressa in questi due ultimi anni e rintracciabile negli stessi atti parlamentari, nonché oggetto di ampia discussione ed elaborazione negli organismi dirigenti della forza politica dalla quale provengo prima che si sciogliesse nel PD, ovvero i Democratici di Sinistra.
In attesa che una rinnovata ed adeguata discussione ed elaborazione collegiale possa vedere impegnati su tali delicati temi anche gli organismi dirigenti nel Partito Democratico di Brindisi, voglio confermare le mie personali valutazioni.
In relazione al rigassificatore di Brindisi, intendo richiamare, innanzitutto, l’iniziativa del Governo Prodi ispirata sin dall’inizio del suo mandato, politicamente e giuridicamente, a due obiettivi ineludibili: ripristinare la legalità e la legittimità di ogni procedura amministrativa in una materia così complessa e, in secondo luogo, assumere come vincolante il pronunciamento ripetuto ed esplicito delle Istituzioni locali (Regione, Provincia e Comune) contrarie alla realizzazione di tale impianto.
La sospensione dell’autorizzazione alla Brindisi LNG è risultata essere un atto conseguente a tale iniziativa, anche in relazione alla procedura di infrazione promossa dalla Commissione Europea e formalizzata il 18.07.2007 nei confronti dell’Italia per la assenza del procedimento di Valutazione di Impatto ambientale nei confronti delle opere previste, nonché per non avere consultato la popolazione locale ai sensi della cosiddetta direttiva Seveso, sconfessando la forzatura compiuta dal Governo Berlusconi che rilasciò il 21 gennaio 2003 una autorizzazione che si è rivelata inefficace ed illegittima.
Non ci ha mai mosso alcuna sindrome Nimby (non nel mio giardino) nell’opposizione alla realizzazione di tale impianto. Il territorio di Brindisi ha dato in questi anni, infatti, un contributo altissimo al paese, ospitando il più grande polo energetico d’Europa (circa 5000 MW, di cui quasi 4000 a carbone; 8 milioni di tonnellate di carbone movimentati nel porto) e una serie di impianti industriali dalla pesante incidenza ambientale.
Ricorderò, infine, come la Regione Puglia abbia manifestato formalmente la disponibilità ad ospitare sul proprio territorio la realizzazione di un impianto di rigassificazione, purchè ciò avvenga nel pieno rispetto delle procedure di più ampia trasparenza, salvaguardia ambientale e coinvolgimento delle popolazione interessate.
Qualunque sia l’esito della prossima consultazione elettorale, continueremo il nostro impegno per la salvaguardia della imparzialità della pubblica amministrazione e per tutelare l’esigenza ineliminabile di pieno e consapevole coinvolgimento delle comunità locali dinnanzi a impianti di tali natura: due principi assolutamente insormontabili per qualunque Governo e di fronte a qualsiasi investimento.
Brindisi, 18.03.2008